Il trapper Shiva è ancora detenuto a San Vittore per tentato omicidio: la nascita di suo figlio è “il giorno più bello e triste”.
Sabato 25 novembre la moglie di Shiva, Laura Maisano, si trovava in ospedale dove ha dato alla luce loro figlio. Ma in quel momento, il neo papà non era presente perché ancora recluso al carcere di San Vittore. Da qui, tra gioia e dolore, il trapper decide di scrivere una lettera dedicata a suo figlio, che ancora non ha potuto vedere.
Shiva e la lettera al figlio dal carcere
Dalla cella 12 del carcere di San Vittore, dove è recluso dal 26 ottobre per tentato omicidio, Shiva scrive una lettera dedicata a suo figlio Draco. Non ha potuto vedere il suo bimbo perché non gli è stato permesso di uscire dalla prigione neanche in questa occasione, una situazione dolorosa per il 24enne.
“Oggi è il giorno più bello della mia vita, ma allo stesso tempo il più triste. È nato mio figlio, ma non mi è stato permesso di essere presente al momento della sua nascita”, scrive Andrea Arrigoni nella lettera che è stata pubblicata poi sul suo profilo Instagram.
“Non pensavo mai di dover scrivere questa lettera, dovevi nascere due settimane fa e so che mi hai aspettato tutto questo tempo, fino all’ultimo ho sperato di esserci ma le cose non sono andate come previsto. Ho scoperto della tua nascita dai fuochi d’artificio che hanno fatto per te sapendo così che oggi, 25 novembre 2023, è diventato il giorno più importante della mia vita e in mezzo a tutto questo caos tu sei la mia benedizione”, prosegue il trapper dalla cella.
Poi dedica un messaggio d’amore al figlio che non ha ancora conosciuto: “Già ti amo alla follia e non vedo l’ora di vederti non appena avrò il permesso. Questa è la peggiore condanna e la peggiore lezione che potessi ricevere. Non mi perdonerò mai di questa assenza, ma sarà un motivo in più per rimediare con tutto l’amore che ho. Sei già una stella. Benvenuto in famiglia piccolo Draco“.
La compagna Laura Maisano ha commentato: “So che tu sei qui ti amiamo papi, ti aspettiamo“.
I guai con la giustizia
Pochi giorni dopo aver dato l’annuncio della gravidanza di sua moglie Laura Maisano su Instagram, Shiva è stato arrestato il 26 ottobre sorso a seguito della sparatoria avvenuta l’11 luglio davanti la sua etichetta discografica.
Secondo quanto appreso, il trapper è stato aggredito da due ragazzi – Alessandro Rossi e Walter Pugliesi – a Settimo Milanese, nel parcheggio della sua casa discografica Milano Ovest. Arrigoni ha quindi reagito sparando alle gambe dei due aggressori, che gli avevano teso un agguato.
I due sono rimasti feriti lievemente, ma per il cantante il 26 ottobre scorso sono scattate le manette. Shiva adesso deve rispondere di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose.
La difesa: “Non ha sparato per uccidere”
Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto la richiesta della difesa del 24enne di revocare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I legali Daniele Barelli e Marco Campora sostengono che Shiva “non ha sparato per uccidere”, ma è stato solo un modo per difendersi.
Come evidenziano gli avvocati, il trapper ha infatti mirato “verso il basso, procurando esclusivamente lievissime lesioni, solo come reazione alla grave e allarmante aggressione di cui era stato vittima pochi istanti prima”.
Ricordando che durante l’aggressione di luglio anche Arrigoni è stato ferito (riportando la frattura della mandibola), Barelli e Campora hanno detto che questa non è stata “l’unica aggressione che il rapper milanese ha subito negli ultimi mesi in cui numerosi sono stati gli episodi di violenza di cui l’artista è stato vittima”.