Anche i cantanti a volte hanno problemi con il fisco: vediamo chi sono gli artisti “pizzicati” dall’Agenzia delle Entrate.
Nel mondo dello spettacolo, non tutto ciò che luccica è oro. Dietro le luci dei riflettori e il glamour, alcuni cantanti hanno affrontato scandali finanziari che hanno scosso la loro immagine pubblica e, in alcuni casi, messo a rischio le loro carriere: vediamo di chi si tratta.
Cantanti che hanno avuto guai con il fisco
Tiziano Ferro
Uno dei casi più recente e che ha destato maggiore scandalo è sicuramente quello di Tiziano Ferro. Nel 2022 Il Tribunale Civile di Latina ha convalidato l’esecuzione esattoriale dell’Agenzia delle Entrate per un debito complessivo di 9 milioni di euro. Secondo i giudici il cantante non avrebbe pagato le tasse (Irpef, Iva e Irap) tra il 2006 e il 2008, anni in cui viveva a Londra.
La battaglia legale è ancora in atto ma a febbraio 2024, nel corso dell’ultima udienza del processo, c’è stata una testimonianza particolarmente sfavorevole al cantante. Una funzionaria dell’Agenzia delle Entrate avrebbe accertato l’esistenza esistenza di due società, “Musical Voice“, olandese, e “Breaking Dawn“, inglese, definite “scatole vuote“. Il compito di tali enti sarebbe stato quello di incassare le enormi somme di denaro provenienti dalle royalties e dai tour di Tiziano Ferro, nascondendo di fatto milioni di euro al fisco italiano.
Gianna Nannini
Anche Gianna Nannini nel 2014 è finita nel mirino del fisco. La cantante è stata accusata di aver evaso ben 4 milioni di euro tra il 2007 e il 2012. Secondo i giudici la cantante avrebbe destinato i soldi provenienti dai concerti dalla vendita di cd ad alcune società registrate in Irlanda e nei Paesi Bassi, Paesi con un regime fiscale più favorevole rispetto a quello italiano. La causa si è conclusa nel 2015 con un patteggiamento.
Gino Paolo
Anche l’iconico Gino Paoli è stato accusato di aver evaso le tasse. Nel 2015 il cantante è stato indagato per aver sottratto al fisco circa 2 milioni di euro, portandoli illegalmente in Svizzera. Paoli, all’epoca presidente della SIAE, si era dimesso dalla carica a seguito dello scandalo. Tuttavia, poiché secondo i magistrati il reato era stato commesso prima del 2008, la procura ha chiesto l’archiviazione per prescrizione.