Vasco Rossi celebra i 16 anni dall’uscita di Buoni o cattivi con una riflessione adatta all’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo.
Sedici anni fa Vasco Rossi pubblicava il suo quattordicesimo album, Buoni o cattivi. Un disco da oltre 1 milione e 200mila copie vendute, trascinato da una canzone, la title track, che nasce da una riflessione adatta all’emergenza che stiamo vivendo.
Con un post su Instagram il Blasco ha infatti voluto celebrare questo anniversario parlando della divisione tra buoni e cattivi, che oggi più che mai non deve sussistere. “C’è bisogno di unità“, afferma il rocker, perché solo rimanendo uniti potremo sconfiggere il virus e superare la crisi.
Vasco Rossi spiega Buoni o cattivi
Era il 2 aprile 2004 quando il rocker di Zocca dava alle stampe Buoni o cattivi, un album per certi verti profetico, come molti dei lavori del cantuatore emiliano.
E oggi, in piena emergenza Coronavirus, il Blasco ha voluto spiegare la genesi di quel lavoro con una riflessione molto adatta ai momenti difficili che stiamo vivendo.
“Tra gli uni e gli altri preferisco i deboli, gli ultimi, quelli che hanno avuto una giornata sfortunata“, racconta Vasco, “voglio essere la voce di chi non ce l’ha“.
Il suo pensiero poi prosegue così: “Ho chiamato il disco Buoni o cattivi, perché qui ci vogliono dividere, ci vogliono mettere da una parte o dall’altra, quando invece c’è il bisogno di unità. E poi bisogna sempre spiegare perché si fanno certe scelte, piuttosto che altre. Siamo continuamente sottoposti al giudizio di chi si sente in dovere di dici cosa è giusto o sbagliato senza sapere chi siamo veramente“.
Ecco il suo post:
Vasco Rossi invita alla rivoluzione ‘su se stessi’
Negli scorsi giorni l’artista ha poi non solo suonato una splendida versione acustica di Senza parole, ma ha anche invitato i fan alla rivoluzione. Perché in questo momento così difficile e drammatico per l’emergenza sanitaria e per la crisi economica, si è ben compreso finalmente che il mondo ha bisogno di cambiare, che le cose non possono più funzionare com’erano prima del Coronavirus.
Ma la rivoluzione, afferma il Blasco, non si fa con le armi, bensì lavorando su se stessi: “La rivoluzione non è alla sudamericana, con le pistole. La rivoluzione si fa su se stessi. Cambiare se stessi per cambiare il mondo. La rivoluzione siete voi!“. Un pensiero incoraggiante che è entrato nel cuore dei fan.