Il nuovo brano del rapper, virale su TikTok nelle ultime ore, è in realtà frutto dell’intelligenza artificiale.
Sui social sta spopolando una (presunta) nuova canzone di Shiva: evento sospetto considerando che il rapper si trova attualmente in custodia cautelare al San Vittore di Milano con l’accusa di tentato omicidio, in seguito alla sparatoria avvenuta a Settimo Torinese.
Il singolo, in realtà, è stato generato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Il testo e le musiche sono state prodotte da Radio Intellego Artifizio, mentre la voce è quella di Shiva, generata grazie ai modelli di machine learning text-to speech che, a partire da un audio di pochi secondi, sono in grado di riprodurre la voce di chiunque senza distorcerla.
Il video su TikTok ha raggiunto addirittura le 600.000 visualizzazioni, generando curiosità e dubbi nei fan, i quali si domandano se il rapper sia effettivamente uscito dal carcere o meno. L’incipit del brano, “vostro onore era l’11 luglio quando ho sparato al mio aggressore” fa riferimento proprio all’evento di cronaca che nell’ultimo periodo ha visto nel mirino il cantante. L’intera canzone, inoltre, prende ispirazione dalla vicenda e tratta di uno scambio tra Geolier, Sfera Ebbasta e Kid Jugi, le cui voci anche in questo caso sono frutto della generazione artificiale.
Come è stata generata la voce di Shiva?
L’intelligenza artificiale è ormai in grado di manipolare le forme d’onda per ottenere il cantato o il parlato. I modelli di machine learning text-to-speech evitano di distorcere il timbro vocale e l’emotività del soggetto parlante, riuscendo a mantenere, quindi, l’ambiente acustico dell’audio campione da cui si è basata la generazione successiva. Sono necessari solo tre secondi di audio per permettere all’intelligenza artificiale di imitare in maniera (quasi) impeccabile la musicalità.
Perché il rapper non ha potuto far uscire il brano?
Trovandosi in una situazione di custodia cautelare, il rapper è attualmente impossibilitato a svolgere qualsiasi tipo di attività (tra le quali promuovere nuove canzoni). Valerio de Gioia, Giudice Penale presso il Tribunale di Roma, ha affermato che anche se riuscisse ad ottenere gli arresti domiciliari, il giudice potrebbe imporgli il divieto di comunicazione con l’esterno, considerando il tono della sua musica ed i messaggi veicolati. Il provvedimento non gli consentirebbe di pubblicare nuovi brani.