Morgan ha parlato al Corriere della Sera dell’affaire Junior Cally, e ha presentato anche i suoi prossimi progetti dopo Sanremo 2020.
La vigilia infuocata di Sanremo 2020 è stata vissuta soprattutto sulle critiche a Junior Cally. Se però la gran parte del cast del Festival ha scelto di difendere il trapper, Morgan ha mostrato una posizione leggermente distante in un’intervista al Corriere della Sera.
Il cantautore non ha infatti invocato la squalifica dell’artista romano, ma ha liquidato le parole scritte nei suoi testi come qualcosa di “volgare e violento“.
Sanremo 2020: Morgan commenta Junior Cally
Intervistato dal Corriere della Sera a poche ore dal debutto sul palco dell’Ariston per Sanremo 2020, l’ex Bluvertigo ha parlato così della trap e in particolare di Junior Cally: “Ci sono cose indecenti che non meriterebbro di essere pubblicate. Ho letto dei testi in cui Junior Cally parla di atti sessuali con un linguaggio che non c’entra con Boccaccio o De Sade. Quella non è verità della parola, come dicono, ma qualcosa di brutto, volgare e violento“.
Castoldi sottolinea però che la sua non è censura, bensì un risvegliare le coscienze, in un certo senso, perché “questa roba non fa paura al potere, anzi è strumento del potere“.
Morgan, la casa e l’attacco ad Amadeus
Dopo aver presentato vagamente il suo nuovo progetto, un romanzo sinfonico che si dovrebbe chiamare L’audiolibro di Morgan, oltre a un libro illustrato, La canzone perfetta, l’artista in coppia con Bugo è tornato su alcuni temi d’attualità degli ultimi tempi: lo sfratto che lo ha privato della sua casa di Monza e l’attacco degli scorsi mesi ad Amadeus.
“Se sono qui è perché non ce l’hanno fatta a distruggermi e non ce la faranno mai”, ha spiegato Marco, “ma togliendomi la mia casa di artista hanno ucciso quel Morgan“.
E a proposito dello sfratto, ha anche lanciato una stilettata ad altri cantanti: “Bugo è stato uno dei pochi a difendermi. I colleghi hanno sorvolato in maniera vile“.
Infine, Morgan ha spiegato una battuta che aveva fatto dopo la nomina di Amadeus come direttore artistico del Festival della città dei fiori. Il cantautore lo aveva infatti ‘bollato’ come “un elettricista chiamato per riparare un lavandino“. Ma a quanto pare si trattava di un gioco: “Ero stato scherzoso con lui, che è uomo di spirito. Mi ha rigirato la battuta: la pensi ancora così visto che ti ho scelto? Uno a zero per lui“.
Di seguito una sua esibizione sulle note di Il mio canto libero: