Liam Payne, rivelazione shock sulla morte: “Non si è ucciso”

Liam Payne, rivelazione shock sulla morte: “Non si è ucciso”

Secondo quanto rivelato da una fonte anonima al Mail on Sunday, Liam Payne non si sarebbe lanciato volontariamente del balcone dell’hotel.

A cinque giorni dalla morte di Liam Payne, emergono nuovi sconvolgenti dettagli sulle ultime ore precedenti la scomparsa. Secondo quanto riportato da una fonte anonima al Mail on Sunday, il cantante non si sarebbe lanciato volontariamente dal balcone.

Liam Payne: il ritardo nei soccorsi

In base a quanto emerso dalle indagini, al momento della caduta dal balcone Liam era sotto effetto di potenti sostanze stupefacenti che gli avrebbero causato attacchi psicotici e allucinazioni già diverse ore prima della sua tragica scomparsa. Secondo la fonte anonima la morte del cantante si sarebbe potuta evitare se ci fosse stato un intervento tempestivo.

Secondo questa persona, infatti, Liam si sarebbe potuto salvare se fossero stati chiamati immediatamente i soccorsi quando il cantante ha avuto una crisi convulsiva nella hall dell’albergo. “Se qualcuno avesse chiamato un’ambulanza quando è crollato nella hall dell’hotel invece di riportarlo nella sua stanza e lasciarlo lì da solo, in uno stato psicotico, sarebbe ancora con noi.” – ha rivelato.

Liam Payne e Kate Cassidy

La fonte vicina al cantante ha anche escluso che Liam avesse intenzione di suicidarsi: “non doveva morire e non aveva intenzione di uccidersi. Ci aveva promesso che non avrebbe mai tentato il suicidio, aveva tanti piani per il futuro”.

Proseguono le indagini sulle cause della morte

Mentre le indagini cercano di fare chiarezza sulla dinamica degli eventi e sulle responsabilità legate alla fornitura delle sostanze stupefacenti assunte da Payne, emergono dettagli circa un litigio con tre prostitute avvenuto poche ore prima del tragico epilogo.

Questo confronto, nato per questioni di pagamento e avvenuto in una cornice di evidente turbamento del cantante, aggiunge un ulteriore strato di complessità alla vicenda. Un dipendente dell’hotel, coinvolto nella fornitura della droga, sembra configurarsi come un possibile tassello mancante nel puzzle di quelle ultime, frenetiche ore.

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