Laura Pausini nella giornata di ieri ha commentato la morte di Diego Armando Maradona con parole che hanno diviso il web: ecco cosa ha scritto (e poi cancellato) la cantante di Solarolo.
Laura Pausini ha commentato la morte di Diego Armando Maradona con un pensiero che ha diviso i fan e non solo! Quanto il Pibe de Oro sia stato e sarà ancora un personaggio divisivo, è una realtà sotto gli occhi di tutti. Lo hanno dimostrato ancora una volta le parole della cantante di Solarolo. Parole chiare, semplici, che hanno aperto una discussione fondamentalmente inutile e stucchevole. Ecco cosa ha dichiarato la popstar.
Laura Pausini: le parole sulla morte di Maradona
Mentre gran parte del mondo dello spettacolo di tutto il mondo, compresi tantissimi cantanti italiani e colleghi di Laura, hanno voluto tributare un ricordo di Diego, chi come calciatore, chi come uomo, chi ancora come eroe, Laura ha puntato il dito contro i media, colpevoli di aver dato spazio alla morte di Maradona proprio il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Questo il commento piuttosto amaro pubblicato (e poi cancellato) dalla cantante di emiliana: “In Italia fa più notizia l’addio a un uomo sicuramente bravissimo giocare al pallone ma davvero poco apprezzabile per mille cose personali diventate pubbliche, piuttosto che l’addio a tante donne maltrattate, violentate, abusate. Oggi non sono la notizia più importante di questo Paese, nonostante stamattina ne abbia perse altre due. Non so davvero che pensare“. Ecco uno screen del suo commento:
Laura Pausini: ecco perché il suo commento su Maradona è sbagliato
Al di là del discorso su cosa sia notiziabile o meno, che aprirebbe forse ragionamenti profondi sull’etica e la deontologia del giornalismo, un fatto è chiaro: Diego non è stato solo “un uomo sicuramente bravissimo a giocare al pallone“, e liquidarlo con queste parole, aggiungendo un riferimento a “mille cose personali diventate pubbliche” poco apprezabili, denota mancanza di rispetto e in questo caso di sensibilità, oltre che di evidente non conoscenza dell’uomo Maradona.
Intendiamoci. Parlare della violenza sulle donne, dare ampio spazio a femminicidi, maltrattamenti e umiliazioni, non è solo giusto, ma doveroso. E non andrebbe fatto solo nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma tutti i giorni, con la speranza che si possano educare le future generazioni a una parità di generi reale, e non solo di facciata.
Ma mettere a confronto la morte di Maradona con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è un errore clamoroso. Non è d’altronde colpa di nessuno se Diego se n’è andato proprio in una giornata così importante. Il clamore mediatico della sua scomparsa sarebbe stato lo stesso anche a Natale, Pasqua, nella Giornata della memoria o in qualunque altra ricorrenza. Ed è giusto sia così.
Perché nessuno può giudicare la vita degli altri, la vita privata altrui, se non chi crede di non aver mai commesso errori. Puoi tu Laura ritenerti perfetta? Hai la presunzione di non aver mai sbagliato in vita tua? Credi di non aver mai causato sofferenze ad altri esseri umani? Siamo certi che la tua risposta sarebbe un onesto no. Perciò, sarebbe il caso di evitare giudizi sulla vita privata di un uomo e sui suoi errori. Solo chi lo ha conosciuto può farlo, e solo chi da lui è stato offeso può ritenere giusto o meno perdonarlo. Di certo non possiamo farlo noi. Non possiamo permettercelo.
D’altronde, per comprendere perché quasi tutto il mondo, anche quello della musica, abbia dedicato ampio spazio alla scomparsa di Diego, basterebbe chiedersi cosa abbia regalato a milioni di persone questo “calciatore”. E la risposta è semplice: tanta felicità. A milioni di persone, non poche. Milioni di cuori che hanno gioito per lui e con lui. E cosa c’è di può divino e al contempo umano del regalare gioia agli altri? Nulla, e lo sai bene anche tu, Laura. Perché anche tu in oltre 25 di carriera hai regalato felicità a milioni di persone, e un giorno, si spera il più lontano possibile, il mondo probabilmente metterà in secondo piano femminicidi, omicidi e drammi per omaggiare anche la tua carriera. E cosa dovrebbero pensare in quel momento tutte le vittime di femminicidi e omicidi?
Mettiamo da parte il buonismo. In certi casi meglio riflettere prima di scrivere. E al limite non sottovalutiamo la scelta di un intelligente silenzio.