Jon Bon Jovi racconta la sua depressione e di come questa condzione gli sia stata utile per apprezzare ciò che è oggi.
Jon Bon Jovi ha rivelato di aver sofferto di depressione, dicendo che non credeva che sarebbe “sopravvissuto” a tale esperienza. Il rocker, 58 anni, ha detto alla rivista The Big Issue di aver vissuto un “periodo oscuro un paio di volte nel corso della mia carriera“.
“Quando sei dentro, non credi a nessuno che ti dice che ce la farai“, ha detto, “Ma quando ce la fai, le cicatrici sono lì e puoi guardarle e giustificarle e ripensare a quel momento buio dalla luce nella quale sei tornato. E poi puoi dire: ‘Ok, ce l’ho fatta. E in sostanza, devo ammetterlo, ne è valsa la pena“.
Jon Bon Jovi parla della sua depressione: “Non pensavo di superarla”
Jon Bon Jovi ha parlato della sua depressione, nel corso di una intervista a The Big Issue, magazine al quale ha rivelato le difficoltà di uscire da questo tunnel di oscurità, credendo di non riuscire ad uscirne. “Vorrei che fosse stato sempre tutto bello, ma forse se fosse stato così, non avrei ottenuto questa saggezza o non avrei provato questa profonda gratitudine per ciò che sono oggi“.
Il rocker statunitense ha reso omaggio ai suoi genitori per avergli permesso di perseguire il suo sogno in giovane età.
Il video di It’s My Life:
“Ho vissuto un periodo buio un paio di volte durante la mia carriera, non credevo che sarei riuscito a superarli”. E ammette le difficoltà di poter uscire dall’oscurità nel quale si è piombati.
“Quando ci sei dentro non riesci a credere a nessuno quando ti dicono che lo supererai. Poi, però, quando ci riesci, le cicatrici sono ancora lì e tu puoi guardarle, giustificarle e ripensare a quel momento buio dalla luce nella quale sei tornato. A quel punto, puoi dire ‘Ok, l’ho superata’. In sostanza, devo ammettere che ne è valsa la pena“, ha detto.
Jon Bon Jovi, i suoi genitori supportarono la sua carriera artistica
“I miei genitori vennero a vedermi al primo spettacolo al quale partecipai – ha raccontato – la mia esibizione fu terribile, al punto che loro due avrebbero voluto strisciare sotto le loro poltrone per l’imbarazzo“.
Ciononostante, però, i due capirono il potenziale del figlio e non smisero di sostenerlo. “Ma loro si erano resi conto della mia passione e del mio impegno…per questo mi hanno sempre sostenuto e questa cosa, ripensandoci oggi, è stata incredibile“.
I suoi genitori lo sostennero, a patto che non abbandonasse o trascurasse gli studi. “Potevo tornare a casa all’una o alle due di notte e poi dovevo stare a scuola alle otto in punto. Loro mi dicevano semplicemente ‘Presentati a scuola in orario, lo sai che è una tua responsabilità, ma continua a inseguire il tuo sogno’”.