In un’intervista per la Repubblica di un episodio legato alla sua esibizione al Festival di Sanremo insieme ad Anna Oxa.
Il cantante si è raccontato in un’intervista per La Repubblica. Qui ha ripercorso la sua vita che, partendo da una famiglia con diversi problemi economici, l’ha portato a collezionare molteplici successi. Ma non solo, dato che Fausto Leali ha anche ricordato un curioso aneddoto riguardante il Festival di Sanremo: quando grazie alla vittoria con Anna Oxa ottenne un prestigioso premio che decise di donare a Telefono Azzurro.
La vittoria con Anna Oxa e il regalo a Telefono Azzurro
Una delle canzoni più celebri di Fausto Vitali è sicuramente “Ti lascerò”, brano che non solo ha fatto la storia del Festival di Sanremo, ma che gli ha anche permesso di vincere l’edizione del 1989 insieme ad Anna Oxa. Così il cantante ha commentato il risultato raggiunto: “Una delle vittorie più nette della storia di Sanremo. Adesso si va avanti con giurie, televoto, eccetera, nel 1989 votò il pubblico con le schedine del Totip, il vecchio concorso pronostici sulle corse ippiche“.
Il racconto prosegue: “Io e Anna prendemmo 6 milioni di voti, Toto Cotugno, il secondo, meno di due“. Una vittoria schiacciante che permise ai due cantanti di ottenere come premio un cavallo: “Regalo del Totip, il galoppatore Littoriale. Un campione, vinse varie corse col risultato che ci trovammo le relative tasse da pagare. Lo donammo a Telefono Azzurro“.
Anna Oxa
Fausto Leali e la cacciata dal Grande Fratello Vip
Fausto Leali ha poi commentato anche quanto successo nel 2020 durante una puntata del Grande Fratello Vip. A monte del severissimo provvedimento, il fatto che il cantante abbia definito “negro” Enock Barwuah, il fratello di Mario Balotelli.
In merito a ciò, Fausto ha dichiarato: “Un equivoco, nel senso che appunto sono cresciuto in un’epoca in cui di diceva tranquillamente “negro” senza intenti razzistici … Non solo non ho mai discriminato qualcuno, ma proprio “Angeli negri” è una canzone simbolo delle battaglie per i diritti civili dell’epoca. Che mi valse anche il soprannome di “negro bianco”“.