Orietta Berti ha commentato la vittoria degli Europei dell’Italia, lanciando una provocazione ai rivali inglesi: le parole della cantante di Mille.
Se gli inglesi hanno la regina Elisabetta, anche gli italiani a regine non se la passano poi male. Ad esempio, la nostra Queen del momento è sicuramente Orietta Berti. Reduce dal successo straordinario del tormentone estivo Mille con Fedez e Achille Lauro, l’usignolo di Cavriago sta vivendo una sorta di seconda giovinezza, peraltro meritata. E tra un’apparizione televisiva e l’altra, ha trovato anche il modo di commentare la vittoria dell’Italia agli Europei, non mancando di stuzzicare i nostri avversari inglesi. Ecco le sue simpatiche dichiarazioni!
Orietta Berti esulta per la vittoria dell’Italia
Intervenuta su La Stampa, la nostra Orietta ha speso parole molto simili a quelle del premier Draghi per commentare la vittoria degli Azzurri: “Abbiamo vinto grazie al nostro portierone Gigio Donnarumma, che ha fatto parate meravigliose, soprattutto quella che ha sancito la vittoria. Una grande soddisfazione per tutti gli italiani e per il commissario tecnico Roberto Mancini, che forse è il vero artefice del percorso trionfale degli azzurri“.
Per Orietta ce la siamo meritata la vittoria, dopo aver avuto per molti minuti il cuore in gola prima di esplodere in una gioia che ha coinvolto, in modo composto, anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Un’immagine, quella del Presidente, che da sola è riuscita a dar forza a tutta la squadra.
Orietta Berti provoca gli inglesi
Ma nel corso del suo intervento Orietta si lascia andare anche a qualche considerazione sugli inglesi, sempre altezzosi e con il naso all’insù quando vedono gli italiani, a suo dire. “Gli inglesi, va detto, sono molto più agili“, asserisce la cantante emiliana: “Sono più atleti, ma picchiano anche, a volte sono mastini più che giocatori. Quando gli inglesi facevno fallo sui nostri, l’arbitro faceva finta di niente. Sono stati agevolati, nel loro Paese, con il loro pubblico al fianco. Io avevo paura dell’arbitro, ma questa volta è stato nì“.