Vittorio Feltri attacca i Napalm Death in un articolo e scatena l’ira di tutti gli amanti della musica metal.
Vittorio Feltri scatena l’ira funesta degli amanti della musica metal per un commento a dir poco acido sui Napalm Death. Si sa, il noto direttore di Libero è uno dei provocatori più grandi che il giornalismo italiano abbia prodotto negli ultimi quarant’anni. Ma stavolta è riuscito nell’impresa non comune di far infuriare un pubblico specifico di amanti della musica in un articolo che avrebbe dovuto parlare solo di calcio.
Andiamo a scoprire quali sono state le parole che hanno fomentato la reazione durissima dei fan dei Napalm Death.
Vittorio Feltri contro i Napalm Death
Tutto è nato da un editoriale del giornalista su Tuttosport. In un elogio al lavoro di Ivan Juric, attuale tecnico dell’Hellas Verona, Feltri si è lasciato andare a queste parole: “Solo per una cosa (ma sarà una questione di generazione) mi lascia perplesso. La sua passione per un genere musicale che ho chiesto mi facessero ascoltare e trovo sia quanto di più esecrabile le mie orecchie abbiano mai subito: l’heavy metal, che ho trovato particolarmente ignobile in gruppi che lui ama, come i Napalm Death“.
Non pago, il direttore ha proseguito con queste parole: “È come se vi chiudessero a tradimento in una scatola di lamiera e una dozzina di energumeni molto motivati ci picchiassero sopra con delle sedie“. Insomma, pare proprio che il metal non sia riuscito a far breccia nel cuore del giornalista, che con queste parole ha mandato su tutte le furie i fan della band, e probabilmente avrà infastidito anche lo stesso Juric che invece voleva elogiare.
Vittorio Feltri e il valore del silenzio
Ora, senza voler entrare nel merito dell’importanza storica dei Napalm Death, band attiva dalla seconda metà degli anni Ottanta e che ha scritto pagine importanti del grindcore, lo sfogo di Vittorio Feltri rientra in quel classico caso in cui il silenzio sarebbe stato d’oro. Perché quando non si conosce ciò di cui si parla, si fa più bella figura rimanendo semplicemente zitti.
Non considerando il fatto che ognuno è libero (come il suo giornale) di ascoltare ciò che ritiene più piacevole, e che magari a un fan medio della musica metal estrema potrebbe sembrare una ‘sediata in faccia’ (o anche peggio) l’ascolto di un brano pop melodico italiano, dal momento che la musica, come l’arte in genere, è soggettiva, l’utilizzo di certi termini denota solo la più totale mancanza di rispetto nei confronti del prossimo.
Un brutto vizio che ultimamente ha purtroppo colpito non solo chi di musica non si occupa attivamente, come il signor Feltri, ma anche una schiera di critici che invece dovrebbe per mestiere avere una mente aperta e non lanciarsi in battaglie prive di alcun senso, come accaduto nell’affaire Junior Cally. Ma questa è un’altra storia…
Nell’attesa di scuse da parte di Feltri agli amanti della musica metal, scuse che certamente non arriveranno, ecco il video ufficiale di When All Is Said and Done: