Beatles, Let It Be: le migliori cover di uno dei brani più importanti della carriera dei Fab Four.
Il 6 marzo 1970 usciva Let It Be, l’ultimo singolo dei Beatles prima dello scioglimento. Scritta da Paul McCartney, stando al suo racconto gli è stata ispirata da un sogno nel quale parlava con la madre Mary, morta per cancro nel 1956.
In questo sogno la madre consigliava a Paul di lasciar correre, di non preoccuparsi per le tensioni all’interno del gruppo, che tutto si sarebbe aggiustato. Il brano raggiunse la posizione numero uno negli Stati Uniti, in Australia e anche in Italia.
Un brano davvero leggendario, amato da tutto e tutti, meno che John Lennon, il quale a quanto pare lo riteneva ‘troppo religioso’. Riascoltiamolo insieme attraverso le migliori cover suonate nel corso di questi anni!
Beatles, Let It Be: le cover più belle
Due delle più famose cover del brano uscirono addirittura prima della versione dei Beatles. Si tratta di quella di Joe Cocker del 1969 e di quella di Aretha Franklin nel gennaio del 1970. Ma sono tantissimi gli artisti che anche dopo si sono cimentati con questo classico. Ecco alcune delle versioni migliori e più famose di Let It Be.
Gladys Knight
Gladys Knight and The Pips nel proposero una loro versione, in chiave gospel, nel proprio album Motown Sings the Beatles:
Ray Charles
La versione soul del mitico Ray arrivò alcuni anni dopo la pubblicazione dell’originale dei Beatles, nel 1977, e fu inserita nell’album True to Life. Ascoltiamola insieme:
Nick Cave
Splendida anche la versione di Nick Cave. Il cantautore ne incise una cover per la soundtrack del film Mi chiamo Sam del 2001 con Sean Penn e Michell Pfeiffer:
Justin Bieber e Santana
Una versione memorabile di Let It Be fu anche cantata e suonata a Times Square nel Capodanno del 2012 dalla giovane popstar canadese Justin Bieber e dallo storico chitarrista messicano Carlos Santana. Ecco le immagini di questa emozionante performance:
Mina
Venendo all’Italia, nel suo famoso album Mina canta i Beatles la Tigre di Cremona ovviamente non poteva esimersi dall’interpretare un’originale versione di Let It Be: