Cosa vuol dire freestyle: il significato del termine nel mondo della musica e dell’intrattenimento in Italia e non solo.
Il glossario musicale è ricco di termini che spesso vengono utilizzati anche in altri contesti, ma con accezioni differenti. Lo stesso significante può avere infatti significati diversi a seconda dell’uso che se ne fa. Per questo motivo è bene cercare di approcciarsi al mondo della musica con una conoscenza precisa del vocabolario, al fine di evitare fraintendimenti o errori. Proviamo a fare chiarezza e scopriamo il significato delle parole della musica: oggi approfondiamo il significato di freestyle.
Freestyle: il significato nel mondo della musica
Il freestyle (letteralmente “stile libero” in inglese) è un termine molto utilizzato nella cultura hip hop. In sostanza si tratta dell’arte di improvvisare in una delle quattro discipline che compongono questa arte: il rapping, il djing, il breaking e il graffiti writing (per alcuni sarebbe da aggiungere anche il beatboxing).
In sostanza, per i dj un freestyle consiste nell’improvvisazione attraverso giradischi o altri apparecchi per mettere in mostra la propria abilità con tecniche come lo scratching e il looping. Per un breaker invece si tratta dell’esecuzione dei propri passi attraverso non una vera e propria coreografia, ma distribuendo certe figure in maniera cadenzata sopra la traccia musicale. L’arte del freestyle più famosa e celebrata è per quella degli MC, che si divertono a rappare seguendo uno schema sia a cappella che su una base musicale, inventando nuove rime sul momento, giocando con le assonanze e con altre figure retoriche e dando vita spesso a punchline di grande efficacia.
Stroia e caratteristiche del freestyle
Questo tipo di arte ha radici molto profonde nella cultura afroamericana, e non a caso si può trovare una grande predisposizione per l’improvvisazione anche in generi apparentemente molto distanti dall’hip hop, come il jazz. Il freestyle degli MC, per come lo conosciamo oggi, deve però molto anche alla cultura reggae degli immigrati giamaicani negli Stati Uniti, che spesso di mettevano in gioco sul mercato improvvisando parti strumentali o vocali secondo una tradizione già molto diffusa sull’isola.
Tecnica d’espressione divenuta regina in ambito rap, fin dagli anni Ottanta consiste nello sviluppare concetti senza seguire uno schema “canzone” (con intro, melodia, ritornello e outro), ma dando libero sfogo alla propria creatività all’interno però di una metrica e di uno schema comunque rigoroso, seppur personale.
Le celebrità del freestyle
Esistono nel mondo diversi contest dedicati solo al freestyle, gare che vanno a premiare gli MC di maggior talento. Solo in Italia, ad esempio, abbiamo il celebre Tecniche perfette, attivo dal 2003, il Mic Tyson, organizzato dal 2016 da un collettivo importante, Machete, e poi Tritolo Battle, attivo dal 208 e organizzato da Clementino, un maestro del freestyle. In passato a dare fama a questa tecnica è stato però MTV Spit, programma andato in onda sulla nota emittente televisiva dal 2012 al 2014 e condotto da Marracash.
Ma chi sono i freestyler più talentuosi di tutti i tempi? Difficile dirlo. Anche nel freestyle può infatti entrare in gioco il gusto personale, anche se in effetti esistono più elementi “oggettivi” per valutare ogni performance. Negli Stati Uniti gli artisti che si sono distinti in questa specialità ricordiamo Guru, Immortal Technique, Chino XL, KRS-One, Thesaurus, ma anche nomi ben più famosi come Rakim, The Notorious B.I.G. ed Eminem.
E in Italia? Precursori di questa tecnica sono stati artisti che hanno fatto la storia della old school, come DJ Gruff, Deda, Neffa, e Tormento. A far fare un salto di qualità però all’arte del freestyle sono stati, in anni più recenti, artisti del calibro di Ensi e Clementino, vincitori di moltissime competizioni. Si sono distinti rispetto ai colleghi anche nomi come Kiave, Mondo Marcio, Rayden, Raige, Jack the Smoker, e poi ancora Rancore, Nitro e artisti più vicini alla scena pop come Fred De Palma e Shade.
Di seguito il video di una sfida di freestyle del 2006: