La cantante ha trasformato la sua casa d’infanzia in un museo, ma non tutti hanno apprezzato la scelta. La sua risposta.
Tra le mete d’obbligo per i fan di Laura Pausini c’è da sempre la sua casa a Solarolo, il paese dove è cresciuta. Proprio per questo motivo la cantante ha deciso di trasformarla in un museo, permettendo a tutti di visitare le stanze in cui ha trascorso la sua infanzia.
Laura Pausini e l’inaugurazione della sua casa museo
Ormai è tutto pronto per la grande inaugurazione della nuova casa museo di Laura Pausini. La cantante ha deciso di condividere con tutti i suoi fan la bellissima notizia con un post pubblicato sul suo profilo Instagram.
Il contenuto consiste in un selfie della cantante davanti alla sua casa che ora è conosciuta come “Laura Pausini Museum”. A completare il tutto una descrizione in cui spiega come mai abbia preso questa decisione: “Quando mi hanno proposto di far diventare museo la nostra casa del fan club la mia prima battuta è stata scontata: “Un museo? Ma non sono ancora morta!”“.
Il discorso prosegue: “Però mi è stato fatto notare che oltre ad essere diventata una richiesta ricorrente dei soci del nostro fan club e da molti non soci che avrebbero voluto visitare la mia casa, sarebbe stato ancora più bello aprirlo e godermelo anche io“.
Laura continua: “Per questo ho seguito le varie fasi di preparazione che, a causa dell’alluvione di due anni fa, hanno ritardato l’inaugurazione al 7 settembre 2025 (dove sarò presente per tagliare il nastro) e l’apertura al 13 settembre“.
In seguito all’annuncio i fan hanno espresso tutta la loro gioia pubblicando dei commenti carichi di entusiasmo, ma non tutti hanno apprezzato l’iniziativa della cantante. Un utente, in particolare modo, ha espresso una critica: “Non è un po’ troppo autocelebrativo inaugurare un museo, come ha sottolineato nell’incipit è viva e vegeta e gli auguro il meglio del mondo perché è una grande artista di fama internazionale“.
Il commento non è passato inosservato e Laura ha deciso di rispondere con un po’ di ironia: “Appunto… meglio così, almeno lo posso vedere anche io“.