ll rapper ha raccontato di quando è stato convocato in caserma e accusato di associazione a delinquere, evento che gli è costato Sanremo.
A distanza di mesi, Emis Killa ha rotto il silenzio è parlato per la prima volta dell’inchiesta Doppia Curva. In un’intervista per Il Corriere della Sera, il rapper ha esposto la sua versione dei fatti su un evento spiacevole che ha stravolto la sua vita e che l’ha costretto a ritirarsi dal Festival di Sanremo 2025.
Emis Killa: “In caserma ero tranquillo, poi mi hanno detto che ero indagato”
Il racconto di Emis Killa comincia proprio da quando hanno iniziato a trapelare le prime indiscrezioni sull’accusa: “Le prime indiscrezioni non le avevo prese troppo sul serio, perché il mio avvocato non ne sapeva ancora niente“. Eppure, le sue certezze sono crollate nel momento stesso in cui è entrato in caserma, minuti che il rapper ricorda nel dettaglio:
“Sono stato convocato in caserma: “Per una notifica”, mi hanno detto. Sono arrivato lì tutto sommato tranquillo, col passeggino di mio figlio piccolo e i carabinieri mi hanno informato che avevo ricevuto “un Despo e un 416”. Quando ho chiesto cos’era un 416 e mi hanno spiegato che ero indagato per associazione a delinquere mi sono pietrificato“.
L’inchiesta Doppia Curva e il ritiro da Sanremo
Per Emis Killa, l’inchiesta Doppia Curva, è arrivata un momento che avrebbe potuto segnare una grande svolta nella sua carriera: la partecipazione al Festival di Sanremo 2025. Eppure, da quando il suo nome è comparso nella lista degli indagati dell’inchiesta, le cose sono cambiate drasticamente.
Del resto, l’inchiesta Doppia Curva si tratta di un caso complesso che ha portato la procura di Milano a mandare in carcere alcuni esponenti ultras del Milan e dell’Inter. Proprio in quel periodo, il rapper era pronto per salire sul palco dell’Ariston, quando poo ha dovuto prendere una decisione drastica: ritirarsi dalla kermesse. Così Emis Killa ha motivato la sua decisione: “Una mattina mi sino svegliato con decine di notifiche di articoli negativi su di me. Lì ho capito che era inutile andare a Sanremo per viverla così male … Comprendo lo scalpore, però, perché l’accuso è molto pesante: io stesso, quando l’ho saputo, ci sono rimasto malissimo“.
Emis Killa
Emis Killa: “Voglio andare allo stadio come un padre di famiglia”
A questo punto, Emis Killa ha anche spiegato il perché abbia preso la decisione di assistere alle partite in mezzo alla tifoseria ultras: “Io voglio andare allo stadio come un padre di famiglia qualsiasi, ma è impossibile perché tutti mi chiedono continuamente selfie”. Da lì la fatidica scelta: “Stare un transenna con gli ultrà, dove i tifosi non arrivano così facilmente, per me era anche un modo per trovare un po’ di normalità“.