Ermal Meta su Twitter ha subito una shit-storm dai fan di Sangiovanni: tutta colpa di un suo cinguettio sulle hit estive.
A volte basta un semplice tweet per accendere una polemica. Nel magico mondo dei social, tutto può diventare oggetto di critiche, anche un commento ironico. Lo sa bene Ermal Meta, che nelle ultime ore è stato vittima di una vera e propria shit-storm da parte dei fan e delle fan di Sangiovanni, secondo classificato nell’ultima edizione di Amici. Ma cosa avrà mai scritto di così grave il noto cantautore di origini albanesi? Spoiler: c’entrano le hit estive e qualche ripetizione di troppo…
Ermal Meta criticato dai fan di Sangiovanni
Tutto è cominciato da questo tweet apparentemente innocuo di Ermal: “Wow che dramma!! Sono solo io a sentire ‘tutta la notte’ nel 50% delle canzoni estive? Se sono l’unico allora chiedo venia. E vai di ‘tutta la notte’ fino a settembre!“. Un ironico commento nei confronti della gran parte delle canzoni estive, che se per qualcuno sono il top, per altri possono diventare uno strazio.
La replica di Ermal Meta ai fan di Sangio
Cosa c’entra in tutto ciò Sangio? Ebbene, chi ama il 18enne protagonista di Amici 2021 sa bene che nel suo album è presente un pezzo che si intitola proprio Tutta la notte! E per questo molti fan si sono offesi e hanno iniziato ad attaccarlo, chi con parole forti, chi utilizzando paragoni obiettivamente ridicoli (“ha fatto più Sangiovanni in un anno che tu in tutta la carriera“). Per fortuna Meta non l’ha però presa sul personale, e ha risposto: “Sappiate che mi state facendo ridere assai. Aiuto! Cerco di smettere di ridere. Giuro su Dio che non ho bevuto. Non serve quando hai Twitter. Sono responsabile di quello che dico io, non di quello che capite voi. È sempre bello disagiare insieme. Buona giornata belli miei. Vi voglio bene!“. Di seguito uno dei suoi tweet:
Alla querelle che ha visto come protagonisti Ermal e i fan di Sangiovanni ha però risposto, con un’ironia raffinata e degna della conclusione di questa vicenda, un suo fan. Al tweet sulla responsabilità ha infatti replicato: “In linguistica però se non c’è comunicazione è sempre colpa del codificatore e non del decodificatore“. Touché!