Il 4 febbraio 1991 usciva Innuendo, quattordicesimo album in studio dei Queen nonché ultimo capolavoro di Freddi Mercury.
Dopo aver promosso The Miracle – 1990 – i Queen tornarono immediatamente al lavoro per il loro quattordicesimo album in studio: Innuendo. L’album fu rilasciato nel Regno Unito e in molti altri paesi il 4 febbraio 1991, circa dieci mesi prima che Freddie morisse per complicazioni legate all’AIDS. La malattia fu scoperta dai medici pochi anni prima, nel 1987, ma Freddie ne parlò, al resto della band, solo nel 1989.
Innuendo: l’album testamento dei Queen
Considerato uno dei migliori album nella storia della musica rock, Innuendo è sicuramente uno dei dischi più iconici prodotti dai Queen, soprattutto per lo spirito di fondo e il contesto che c’era dietro.
Perché, nonostante tutto, questo album rappresenta una testimonianza per i Queen e per Freddie Mercury: un frontman come nessun altro, con un carisma straordinario, una voce speciale e testi indimenticabili.
Il video di Innuendo:
Nel 1990, i segugi della stampa scandalistica britannica si misero sulle tracce di Freddie Mercury. Giorno e notte, la casa di Garden Lodge del frontman dei Queen – nella zona ovest di Londra – brulicava di giornalisti, visto che le sue uscite erano sempre più rare. I suoi inseguitori avevano un obiettivo comune: confermare il segreto del frontman, ossia che Mercury era sieropositivo, aveva l’AIDS e stava morendo.
Le smentite pubbliche della band sul peggioramento delle condizioni di Mercury erano in contrasto con la loro produzione musicale dell’epoca, con l’album Innuendo dell’anno successivo che ammetteva quasi completamente la diagnosi del cantante. “Avevamo a che fare con cose di cui era difficile parlare all’epoca”, ha detto Brian May a Guitar World, “ma nel mondo della musica si poteva fare“.
La storia dietro il capolavoro
Registrato ai Metropolis Studios di Londra e a Montreux, Innuendo era troppo variegato per essere bollato come “l’album dell’AIDS“. Nella grande tradizione dei Queen, queste dodici canzoni incastonate tra diversi generi – la sola title track offriva segmenti di batteria vaudeville, chitarre flamenco e un assolo hard-rock urlante di May – sono state ispirate a temi disparati come le auto di Roger Taylor (Ride The Wild Wind) e il gatto calico di Mercury (Dalila).
L’effervescente I Can’t Live Without You e Headlong (una canzone originariamente proposta per la carriera da solista di Brian May) non sembravano quasi l’opera di un uomo morto che cammina.
Il video di I Can’t Live Without You:
“L’ultima cosa che voleva”, ha detto Roger Taylor sul compagno di band, Freddie Mercury, “era attirare l’attenzione su qualsiasi tipo di debolezza o fragilità. Non voleva pietà“.
Almeno tre delle canzoni chiave di Innuendo hanno offerto una finestra sulla mentalità di Mercury mentre si spegneva. La stessa I’m Going Slightly Mad ha abbinato un verso particolare e infestato a un ritornello più leggero, con un assolo hawaiano incongruo di slide guitar e metafore umoristiche che hanno impedito alla voce di diventare troppo desolante.
The Show Must Go On, la canzone rivelatrice dell’album
Scritto principalmente da May – ma con Mercury che impostava il tono delle canzoni, mentre insisteva sul fatto che il titolo provvisorio – tristemente ironico – rimanesse quello, The Show Must Go On era ancora più cupo.
Il video di The Show Must Go On:
Più dolce – se non meno toccante – è stato These Are The Days Of Our Lives di Taylor. Nel Regno Unito, dove sia il singolo che l’album Innuendo raggiunsero la posizione numero 1. I Queen non avevano più niente da dimostrare. Come Taylor ha riflettuto nel documentario Days Of Our Lives, il cantante ha visto i suoi giorni contati come un’opportunità per un’ultima esplosione di creatività, sia per rinsaldare ancora di più il suo essere leggenda, sia per fornire ai propri compagni di band materiale per la strada da percorrere in futuro.