Piero Pelù, Pugili fragili: la recensione del sesto album da solista del cantante dei Litfiba.
Piero Pelù del rock ha fatto il suo mestiere. E non poteva essere altrimenti. Anima libera, senza guinzagli, il rocker fiorentino fa quello che gli pare, senza paura di contraddirsi.
Così, dopo la sua prima volta a Sanremo, non ha alcun timore a lanciare un album, Pugili fragili, che mostra tutti i pregi e difetti della sua carriera. C’è dentro di tutto: le sue battaglie per l’ambiente, la voglia di restare ‘giovane’ anche dopo 40 anni di carriera, gli omaggi alla sua Firenze. Il tutto tra elettro-rock di stampo contemporaneo e qualche accelerazione in chiave hard rock che non guasta mai.
Piero Pelù, Pugili fragili: la recensione
A dodici anni di distanza dal suo ultimo capitolo da solista, Piero torna sul mercato con un sesto album che resta sulla falsa riga di quello che è stata la sua carriera fin qui.
Ci sono tutti gli elementi della sua musica: rimane melodicamente un disco pop rivestito di rock, a volte più duro, a volte più leggero, con qualche dettaglio di elettronica che non sempre è capace di diventare un plus.
Un esempio: l’arrangiamento di Gigante in studio è una delusione, senza se e senza ma. Almeno nel confronto con la veste presentata live a Sanremo, lì dove certamente la maestria da palco di Piero ha fatto la differenza anche più del pezzo in sé.
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Il disco presenta però anche qualche momento di gran pregio, come la cover di Cuore matto in chiave punk già presentata sul palco dell’Ariston, o anche la traccia di pura fiorentinità in onore a Cecco Angolieri, con Piero accompagnato dal leader degli Zen Circus, Andrea Appino.
Ci sono poi canzoni tiratissime, come Ferro caldo e Canicola, e una title track emozionante e riflessiva che resta uno dei momenti migliori del disco.
Insomma, tra citazioni per amanti del rock (in un verso si parla di ‘mangiare i pipistrelli’, e il caso vuole che proprio nello stesso giorno di Pugili fragili sia uscito Ordinary Man di Ozzy Osbourne) e qualche sdrucciolamento che si sarebbe anche potuto evitare, l’album ci conferma lo status raggiunto da Pelù in questo momento storico: un grande animale da palcoscenico che in studio non riesce più a rendere come agli inizi di carriera.
Pugili fragili: la tracklist
1 – Picnic all’inferno
2 – Gigante
3 – Ferro caldo
4 – Pugili fragili
5 – Luna nuda
6 – Cuore matto
7 – Nata libera
8 – Fossi foco
9 – Stereo santo
10 – Canicola
Top: Cuore matto
Flop: Luna nuda