Uscito nel maggio del 1971, RAM di Paul McCartney compie 47 anni: un disco controverso, che prima di essere rivalutato ha subito tantissime critiche negative.

Era il 1970 quando Let It Be dei Beatles vedeva la luce, ma poco dopo Paul McCartney e compagni avrebbero preso un’altra strada, sciogliendo di fatto una delle più importanti band al mondo, per tantissimi la prima senza alcun paragone. E dopo la prima fortuna da solita dell’ex Beatles, nel 1971 uscì RAM, un disco che fu subito etichettato come un fallimento. Ma col tempo, i fan e la critica sono stati in grado di rivalutarlo, e oggi possiamo di certo considerarlo una delle chicche assolute di quel genio che è Paul McCartney.

RAM, l’album di Paul McCartney e la sua genesi

Accreditato a Paul e Linda McCartney, il disco fu scritto in un anno particolarmente difficile, ovvero quello successivo allo scioglimento dei Fab Four. Paul si trovava in Scozia con la moglie, dopo il felice esordio del suo primo e omonimo disco solista. Lì nacquero le prime canzoni, che furono registrate a New York con l’aiuto anche della stessa Linda, che partecipò alla registrazione dei controcanti e dei cori.

Così, nel maggio del ’71, uscì ufficialmente RAM: 12 tracce di un riconoscibile Paul McCartney, che già con le sue precedenti prove aveva regalato ai suoi fan alcune delle più belle canzoni mai scritte. E non per niente parliamo di uno dei più grandi compositori al mondo.

Nell’album lo troviamo nella sua vera indole, ovvero quello di compositore e polistrumentista: Paul suona di tutto, dal basso alla chitarra, dal piano all’ukulele, e si lancia in falsetti, acuti e melodie vocali di ispirazione pop e jazz. Ma come fu accolto il suo secondo disco? Intanto andiamo ad ascoltarcelo:

Paul McCartney, RAM: le critiche al disco

Basterebbe citare alcune delle recensioni dei principali giornali e riviste musicali, per capire che RAM all’inizio non fu un album fortunato. A partire da Rolling Stone, che si espresse così: «Il punto più basso della decomposizione del rock degli anni sessanta. Incredibilmente incoerente e completamente inadeguato», fino ad arrivare al Melody Maker, che parlò di un disco nemmeno così brutto, «anzi, sarebbe un buon album per chiunque. Il problema è che qui si parla di un uomo che si chiama Paul McCartney».

[amazon_link asins=’B01DN253G2,B079P95KMN,B007L96VA6′ template=’ProductCarousel’ store=’deltapictures-21′ marketplace=’IT’ link_id=’9678ceb7-5cd1-11e8-8ad6-dd9396b0088e’]

Per non parlare dei suoi ex compagni di avventura. Ringo Starr disse che nessuna delle canzoni presenti nella tracklist erano degne del nome di Paul, mentre per quanto riguarda John Lennon, la questione fu ancora più controversa.

John infatti credette che alcuni dei brani fossero un diretto attacco personale, e in effetti non si sbagliò completamente. Fu lo stesso Paul ad ammettere che alcune frasi erano indirizzate a lui e Yoko, in particolare per quanto riguarda il brano Too Many People: «Too many people preaching practices» (Troppe persone predicano cosa fare) e «You took your lucky break and broke it in two»(Questo è stato il tuo errore più grande, hai rotto il tuo colpo di fortuna).

Insomma, non certo un esordio felice quello di RAM, ma col tempo il disco è diventato uno dei più apprezzati dai fan, una vera e propria chicca dello stile maccartiano, e che oggi più che mai è stato rivalutato in positivo.

FONTE FOTO: https://it.pinterest.com/pin/333407178657192118/

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 22 Maggio 2018 18:08


Liberato, nuovo concerto al Viva Festival: ecco la data

Arctic Monkeys, Liam Gallagher battuto: nuovo record per Alex Turner