Kurt Cobain: l’ultima lettera prima del suicidio del 5 aprile 1994. L’analisi delle parole scritte dal cantante dei Nirvana prima di morire.
“Vi amo. Vi amo“. Si conclude con queste parole l’ultima lettera di Kurt Cobain, scritta di proprio pugno prima di togliersi la vita il 5 aprile 1994. Un messaggio struggente, nella sua lucida follia. Un documento divenuto storico, testimonianza finale del dolore che ha sempre contraddistinto la vita del leader dei Nirvana. Andiamo a rileggere queste sue ultime parole, analizzando frase per frase i pensieri finali di Kurt Cobain a poche ore dal suo gesto più drastico.
Kurt Cobain: la lettera finale
La missiva venne rivolta da Kurt al suo amico immaginario Boddah. Questo il suo incipit: “Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso“. “Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire“, proseguiva il frontman dei Nirvana, prima di entrare nel vivo della questione che aveva portato a prendere la penna in mano.
L’artista scriveva che tutti gli avvertimenti del punk che gli sono stati impartiti durante gli anni, su tutti l’etica dell’indipendenza, si sono rivelati esatti. “Io non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai“, ha quindi proseguito Kurt.
Una mancanza di emozioni che, ammetteva l’artista, lo faceva sentire colpevole: “Quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per Freddie Mercury, a lui la folla lo inebriava, ne traeva energia e io l’ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così“.
“Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi“, proseguiva il cantante, aggiungendo che non sarebbe stato giusto né nei suoi confronti né in quelli del pubblico. Perché fingere di divertirsi sarebbe stato il “peggior crimine” che gli potesse venire in mente. Per lui ormai salire sul palco era come “timbrare il cartellino“. Stava provando ad apprezzare quello che faceva, e in qualche modo gli riusciva pure, ma non abbastanza.
Le ultime parole del leader dei Nirvana
Dopo aver affermato di essere stato contento di aver colpito con i Nirvana tanta gente, il cantante ammetteva di aver bisogno di qualcosa che lo riportasse all’entusiasmo che aveva da bambino. Nonostante i passi in avanti dal punto di vista dei rapporti con le persone negli ultimi tour, Kurt scriveva: “Non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste“.
Una tristezza inspiegabile perché, scriveva Cobain, “ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia” e in più “una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia“. E allora? Cosa gli mancava? Una domanda che rimane priva di risposta.
Il messaggio di Kurt Cobain alla figlia
Il cantante nell’ultimo paragrafo continua a parlare della figlia, ammettendo di essere terrorizzato all’idea che Frances potesse diventare “una miserabile, autodistruttiva rocker” come lui. Perché a lui, pur essendo andata molto bene, il genere umano era avverso da quando aveva 7 anni, e in quindi in qualche modo tale epilogo gli era inevitabile.
In conclusione, Kurt si lasciava andare a queste ultime strazianti parole: “Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! Non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. Pace, amore, empatia. Kurt Cobain“.
Il post scriptum era riservato ancora ai suoi affetti: “Frances e Courntey, io sarò al vostro altare. Ti prego Courtney continua ad andare avanti, per Frances. Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me“.
Di seguito il video di All Apologies nell’emozionante versione dell’Mtv Unplugged: