Ospite di Gianluca Gazzoli, Jovanotti ha parlato di suo fratello Umberto, scomparso nel 2007, e del rapporto con il padre.
Jovanotti è stato ospite dell’ultima puntata del podcast di Gianluca Gazzoli, Passa al Basement, un format in cui gli artisti ripercorrono la loro carriera e raccontano aneddoti molto intimi legati alla sfera privata.
Nel corso della puntata il cantautore ha parlato della ragione per cui ha dedicato “Fango” al fratello Umberto, scomparso nel 2007 in un incidente aereo, e del complicato rapporto con il padre.
“Fango”: una canzone dedicata al fratello Umberto
“Fango è l’ultima canzone che ho fatto sentire a mio fratello in macchina, mi ricordo, l‘avevo appena scritta.” – ha raccontato Jovanotti – “Lui è venuto a Cortona, siamo andati in macchina e gli ho detto “ti faccio sentire il disco che sto facendo”.
Poi ha aggiunto: “C’eravamo fatti tutto un giro per quelle strade in montagna, eravamo io e lui e basta, ho messo il cd, ancora non c’erano le chiavette, ascoltammo tutto il disco e quando partì fango lui disse “questa è la canzone più bella che hai scritto“. Lui è morto poco tempo dopo, è l’ultima volta che ci siamo visti, abbiamo ascoltato quel pezzo lì, per cui per me quel pezzo lì ha un significato“.
Il rapporto con il padre
A proposito del padre, il cantautore ha rivelato che il genitore non ha sempre compreso e approvato il suo sogno di diventare un artista. “Mio babbo era molto preoccupato. Lui aveva delle aspettative diverse per me, pensava che io fossi destinato all’arte grafica perché pensava fossi molto bravo a disegnare. Quindi diceva: “Ma perché [hai scelto] la musica che è la cosa che ti viene peggio?“.
“Non lo capiva, ma fino alla fine, fino agli stadi mi confidava: “Guarda io non lo capisco, che trovano in te?“. Lo diceva molto onestamente perché a lui piacevano Claudio Villa, Pavarotti… Anzi, quando ho cantato con Pavarotti questo stupore si è trasformato in follia. Tutto questo però nell’ambito di un grande amore e di un grande rispetto” – ha concluso Jovanotti.