Ghali attacca la Rai per l’uso del blackface a Tale e Quale Show: il trapper spiega come il trucco nero sul volto sia offensivo e razzista.
Ghali si scaglia contro la Rai e Tale e Quale Show! Tutta colpa del blackface. Nell’ultima puntata del programma condotto da Carlo Conti, Sergio Muniz ha vestito i panni del noto trapper di origini tunisine, e per farlo somigliare il più possibile all’artista anche nell’aspetto fisico, gli è stato applicato sul volto il trucco nero. Si tratta d’altronde di una pratica utilizzata nel programma per l’imitazione di ogni cantante nero, da Beyoncé a Louis Armstrong. Nonostante questo Ghali non lo accetta, e attraverso le sue storie su Instagram ha spiegato il motivo della sua rabbia!
Ghali contro il blackface a Tale e Quale Show
Dopo aver assistito all’esibizione di Muniz nei suoi panni, il trapper ha utilizzato i suoi canali social per chiedere alla Rai di bandire il blackface dai suoi programmi. Pur consapevole che molti lo avrebbero attaccato, l’artista ha voluto spiegare il con grande meticolosità il perché della sua rabbia, partendo dal fatto che per imitare un artista nero non c’è bisogno di dipingersi la faccia: “Per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti, non bisogna per forza essere cattivi o guidati dall’odio“.
Secondo il trapper, non facciamo una bella figura a utilizzare questa pratica, bandita praticamente in tutto il mondo. “È la seconda volta che mi emulate in questo modo, dipingendo la faccia oltre a fare commenti usando luoghi comuni e paragoni su aspetto fisico e bellezza“, prosegue l’artista, davvero infastidito: “Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso. Bastava l’autotune e un bel look. Perché il blackface è condannato ovunque, specie in un anno come questo, in cui gli avvenimenti e le proteste sono stati alla portata di tutti“.
Il web attacca Ghali
La presa di posizione del trapper non ha però messo d’accordo tutti, e sul web non sono mancate critiche (e anche offese) contro l’artista, reo di essersi offeso “per nulla” e di essersi dimostrato troppo permaloso. Reazioni che non hanno stupito il cantante, che ha risposto sempre sui social per chiarire una volta per tutte il suo punto di vista.
Il trapper di Good Times ha spiegato che sa bene come le intenzioni non fossero razziste, ma la storia del blackface è una storia di razzismo: come pratica era nata per denigrare le persone di colore in America, veniva usata per spaventare i bambini da parte di attori bianchi che si travestivano da persone di colore e compivano atti osceni.
“Tutto il mondo lo sa e tutto il mondo la condanna questa cosa“, ha aggiunto il trapper: “Siamo gli unici, non lo fa più nessuno, in Italia lo fanno e scrivono articoli su di noi in America, ovunque scrivono articoli, siamo gli unici che continuano a farlo quando la comunità nera più volte ha chiesto a questo programma di smetterla, ma continuano a farlo, senza mai spiegarlo“.
Ghali ha quindi ribadito che continuerà a esprimere il proprio pensiero, a costo di sembrare pignolo. Non è un qualcosa di semplice da spiegare, ma ci proverà per far sì che il suo parere possa far cambiare qualcosa. Ecco il video con le storie del trapper: