Manca poco all’annuncio della città che ospiterà l’Eurovision 2022, ma intanto la Rai conferma che il nome di Cattelan è tra i papabili per la conduzione.
C’è un pensiero che toglie il sonno alla Rai in questo periodo: l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest 2022. Se l’evento regala grande prestigio al nostro paese, è altrettanto vero che la portata di questo genere di spettacoli impone un ‘attenzone certosina ai dettagli, anche per rimanere nei dettami e nelle norme di uno show che ha delle caratteristiche uniche nel suo genere. Anche per questo la città ospitante non è stata ancora ufficializzata. Si tratta di una decisione delicata, e nessuno vuole sbagliare. Per quanto riguarda il nome del conduttore, invece, sembrerebbero esserci meno dubbi: se accostiamo Cattelan all’Eurovision forse non stiamo andando troppo lontani dal vero.
Cattelan conduttore dell’Eurovision?
Manca l’ufficialità, ma una cosa è certa: le trattative tra la Rai e il suo nuovo conduttore di punta sono già partite. Lo ha confermato nella conferenza stampa di presentazione di Da grande il direttore di Rai 1, Stefano Coletta: “Sto parlando con Alessandro anche di Eurovision. (…) Lì serve anche un lavoro tecnico, non è solo il codice televisivo, servono le skill, bisogna aver vissuto quell’atmosfera internazionale“.
Anche Ale ha confermato che sarebbe lusingato dal poter condurre uno show del genere: “Sarebbe una bella occasione, perché il mio percorso è iniziato in quei contesti con Mtv etc…“.
Quale città ospiterà l’Eurovision 2022?
Tutto molto bello. Ma la città? Questo potrebbe essere la sintesi di quanto riferito in conferenza stampa. Perché l’annuncio, che per altri paesi era arrivato addirittura prima dell’estate, e che era atteso per la fine di agosto, è già in grande ritardo. Lo confessa senza troppi giri di parole il direttore di Rai 1, spiegando anche il motivo: “Vogliamo fare le cose con grandissima trasparenza e precisione. Eurovision è qualcosa che va oltre la generalista, che va oltre le facce. Bisogna saper parlare perfettamente l’inglese e avere un codice culturale che in qualche modo sia rappresentativo di quello che è Eurovision“.