Il rapper ha partecipato a un’intervista per Today.it e colto l’occasione per raccontare la sua storia fatta di alti e bassi.
Per Clementino è tempo di rinascita. Questo venerdì 25 luglio, infatti, uscirà “Grande anima”, il suo nono disco in studio. Per l’occasione, il rapper è stato intervistato da Today.it e qui ha fatto alcune confessioni inedite sul suo (difficile) passato e sulla sua carriera fatta di alti e bassi.
Clementino e la dipendenza dalla droga
Sicuramente un passaggio importante affrontato nel corso dell’intervista è quello relativo la tossicodipendenza. Una condizione che Clementino, all’anagrafe Clemente Maccaro, ha sperimentato sulla propria pelle, tant’è vero che oggi ricorda: “Mi sono fatto prendere troppo dal personaggio, dal rapper che la vita da rapper“.
Il discorso prosegue: “A trent’anni sono diventato famoso e da lì sono caduto nella tossicodipendenza, per due volte sono passato in comunità, è stato un periodo durissimo, in cui ho perso il controllo“. Ma dopo il buio è tornata la luce, una rinascita che Clementino ha ritrovato grazie a una pratica: viaggiare. A tal proposito, il rapper ha aggiunto: “Ho cominciato a credere in qualcosa, l’anima, capendo quali forze mi salvano e quali no“.
Clementino – www.notiziemusica.it
Il rap secondo Clementino: dai pregiudizi al bisogno di riscatto
Clementino ha anche parlato del suo genere musicale, ossia il rap. Una vera e propria arte che però ancora oggi è spesso vittima dei pregiudizi delle persone a causa di una caratteristica: racconta la vita di tutti i giorni senza filtri, rappresentandola anche nelle sue sfaccettature più crude. In merito a ciò, il rapper ha spiegato: “È un genere dirompente, perché racconta la realtà: se poi è quella della criminalità, non sarà un problema“.
Ma lo stesso Clementino ha ammesso che quel tipo di racconti non abbiano mai caratterizzato le sue canzoni. In effetti, il rapper ha sempre descritto situazioni differenti rispetto a quelle canoniche del rap, proprio perché non facenti parte del suo mondo.
Tuttavia, nonostante alcune volte i testi dei brani rap siano “tosti”, Clemente non ha negato che questo genere musicale sia un potentissimo ascensore sociale. E parlando di Napoli ha aggiunto: “Sono contento del successo di Geolier, può ispirare tanti ragazzi a evitare lo spaccio, le rapine e il resto, per credere nella musica“.