Joe Cocker: la carriera, la vita privata, le canzoni e le curiosità sul bluesman di Sheffield, uno dei più grandi cantanti di sempre.
Joe Cocker è stato un monumento nella musica internazionale. Bluesman atipico dalla voce carica di pathos e personalità, ha saputo portare al successo molti brani da lui non scritti, ma interpretati magistralmente. Non a caso, è stato la fonte primaria d’ispirazione per uno dei nostri più grandi esponenti del blues, Zucchero. Andiamo a scoprire alcune curiosità sulla sua carriera e vita privata.
Chi era Joe Cocker
John Robert Cocker nacque a Sheffield, in Inghilterra, il 20 maggio 1944 sotto il segno del Toro. Già da bambino influenzato da artisti come Ray Charles e Lonnie Donegan, iniziò la sua carriera all’età di 12 anni, spinto dal fratello.
Iniziò con gli Avengers, per poi passare ai Big Blues e infine alla Grease Band. Il suo primo singolo fu una cover di un pezzo dei Beatles, I’ll Cry Instead. Il successo arrivò però con un’altra cover dei Fab Four, With a Little Help from My Friends. Una rivisitazione in cui compariva alla chitarra solista nientemeno che Jimmy Page. Fu il suo primo numero uno in classifica nel Regno Unito:
Dopo aver raggiunto il successo in patria, conquistò piano piano anche l’America con brani come Cry Me a River e Feelin’ Alright. Dovette fermarsi durante gli anni Settanta per una serie di problemi legati all’alcol e alla droga. Proprio a causa di questi problemi in questo periodo venne soprannominato Mad Dog.
Superata una fase di depressione, che lo portò quasi all’anonimato, ritornò in grandissima forma nel pieno degli anni Ottanta portando al successo una nuova versione di You Can Leave Your Hat On, brano scritto da Randy Newman e contenuto nel film 9 settimane e 1/2:
Forte di questo nuovo successo, confermò il suo stato di forma straordinario nel duetto Up Where We Belong con Jennifer Warnes, brano inserito nella colonna sonora del film Ufficiale e gentiluomo che venne premiato con un Grammy e con un Oscar per la miglior canzone originale. Negli anni successivi aggiunse nuovi successi alla sua carriera, come Unchain My Heart, When the Night Comes e That’s All I Need to Know, brano quest’ultimo firmato dal nostro Eros Ramazzotti.
Joe Cocker: la morte
Negli anni Duemila si ripropose con grande ardore sulla scena internazionale, dando tutto il meglio che ancora aveva, fino all’album Fire It Up del 2012. Morì improvvisamente, però, il 22 dicembre 2014, a 70 anni compiuti, nel suo ranch in Colorado. A portarlo via fu un cancro ai polmoni.
Joe Cocker: la discografia in studio
1969 – With a Little Help from My Friends
1969 – Joe Cocker!
1972 – Joe Cocker
1974 – I Can Stand a Little Rain
1975 – Jamaica Say You Will
1976 – Stingray
1978 – Luxury You Can Afford
1982 – Sheffield Steel
1984 – Civilized Man
1986 – Cocker
1987 – Unchain My Heart
1989 – One Night of Sin
1991 – Night Calls
1994 – Have a Little Faith
1996 – Organic
1997 – Across from Midnight
1999 – No Ordinary World
2002 – Respect Yourself
2004 – Heart & Soul
2007 – Hymn for My Soul
2010 – Hard Knocks
2012 – Fire It Up
La vita privata di Joe Cocker: moglie e figli
Joe Cocker è stato sposato dal 1987 al 2014 con Pam Baker. Nonostante la loro lunga relazione, piuttosto salda e stabile, non ebbero mai figli. Joe più volte tornò nel corso della sua vita sui ‘maledetti’ anni Settanta, ammettendo di aver avuto tanti problemi di dipendenza da alcol e droga.
Sai che…
– Joe Cocker era alto 1 metro e 74.
– Nel 2008 venne inserito al 97° posto tra i migliori 100 cantanti di sempre dalla rivista Rolling Stone.
– Il suo soprannome Joe nacque all’interno della famiglia e proveniva da un gioco che l’artista amava tantissimo da bambino, Cowboy Joe.
– Joe Cocker a Woodstock, nello storico festival del 1969, fu uno dei protagonisti più acclamati.
– Era famoso per la sua voce graffiante e profonda, e per lo straordinario utilizzo del falsettone.
– Joe Cocker e Zucchero erano legati da grande amicizia, tanto che Sugar gli dedicò il brano Nuovo, meraviglioso amico.