Gian Franco Reverberi: la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sullo storico compositore appartenente alla scuola genovese.
Con Scuola genovese s’intende quel movimento che tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, partendo proprio dalla città ligure, cambiò completamente il mondo della musica cantautorale italiana. Un movimento che vedeva tra i suoi protagonisti non solo i vari Gino Paoli, Fabrizio De André e Bruno Lauzi, ma anche un grande compositore come Gian Franco Reverberi. Scopriamo insieme alcune curiosità sulla carriera e la vita privata di questo straordinario musicista scomparso nel 2024.
Chi era Gian Franco Reverberi: biografia e carriera
Gian Franco Giacomo Reverberi nacque a Genova il 12 dicembre 1943 sotto il segno del Sagittario. Trasferitosi nel dopoguerra con la famiglia a Torino, studiò pianoforte presso un’insegnante privata e ben presto inizio a cimentarsi come pianista, ma anche come fisarmonicista, presso alcuni locali della città, diventando protagonista di una serie di spettacoli dedicati a ‘bambini prodigio’. Il suo strumento principale in questo periodo fu in realtà un vibrafono regalatogli dal padre.
Dopo aver firmato i primi contratti ed essersi esibito anche lontano da Torino, tornò a Genova a soli sedici anni come vibrafonista dell’orchestra di Nello Segurini. Residente nel quartiere Foce con il fratello Gian Piero, conobbe in questo periodo i musicisti che avrebbero poi creato il movimento della Scuola genovese.
Negli anni del servizio militare non abbandonò la musica e formò un quartetto con un certo Piero Ciampi. Successivamente assegnato al reggimento di Milano, ebbe modo di suonare in un trio jazz composto da Giorgio Buratti e da un giovane di talento che si faceva chiamare Giorgio Gaber. Contemporaneamente ebbe modo di frequentare altri musicisti residenti a Milano, come Enzo Jannacci, Luigi Tenco e Adriano Celentano.
Terminato il servizio, dopo alcune esperienze anche lontane dal mondo della musica, incise il suo primo disco per la Dischi Ricordi insieme a un gruppo conosciuto come I Cavalieri e formato, tra gli altri, anche da Tenco e Jannacci.
La sua aspirazione era però quella di diventare un compositore e riuscì ad avere un’opportunità per svolgere questo ruolo, grazie anche all’aiuto di Mogol, durante gli anni Sessanta. In poco tempo riuscì a imporsi all’interno della sua etichetta e ne divenne vicedirettore artistico, fonico, assistente musicale, direttore d’orchestra, arrangiatore, talent scout e all’occorrenza anche turnista.
In quegli anni fondamentali per lui fu protagonista anche a Sanremo come produttore e direttore d’orchestra, in particolare per artisti come Nicola Di Bari, accompagnato nella kermesse per suonare brani come La prima cosa bella, da lui tra l’altro composta:
Terminato il suo incarico alla Ricordi la sua carriera proseguì con altri ruoli alla CGD, e grazie anche a un’intuizione di Gino Paoli ebbe il merito di lanciare la carriera di un artista di straordinario talento come Lucio Dalla.
Gian Franco Reverberi: la morte
Grande protagonista della musica italiana fino agli anni più recenti, nel 2022 aveva preso parte al documentario La nuova scuola genovese di Claudio Cabona, dialogando con uno dei massimi produttori della scena rap. Purtroppo poco tempo dopo, l’8 gennaio 2024, è venuto a mancare all’età di 89 anni.
La vita privata di Gian Franco Reverberi: moglie e figli
Sulla sua vita sentimentale non conosciamo alcun tipo di dettaglio e non sappiamo se fosse sposato e avesse dei figli.
Sai che…
– Gian Franco nacque nel Museo di storia naturale Giacomo Doria di Genova, luogo in cui il nonno paterno lavorava come custode e falegname.
– Anche suo fratello Gian Piero ha scritto pagine importantissime per la musica italiana.
– Per volere del padre ha lavorato anche come rappresentante per un’azienda costruttrice di macchine per lavaggio a secco.
– Nel 2006 una delle sue composizioni per un film con Terence Hill è stata ripresa nel singolo Crazy dei Gnarls Barkley.
– Ha scritto oltre 1450 brani musicali.
– Tra le canzoni più famose da lui scritte, oltre a La prima cosa bella, si ricordano anche Ciao ti dirò e Pafff… bum!.