Carlo Conti sarà il prossimo conduttore di Sanremo: in una recente intervista ha rivelato di non temere il confronto con Amadeus.
Ormai è ufficiale: il direttore artistico di Sanremo 2025 e Sanremo 2026 sarà Carlo Conti. Il conduttore si trova davanti ad una difficile sfida, dovendo affrontare il confronto con gli ottimi risultati ottenuti da Amadeus nelle ultime 5 edizioni di Festival. Ma lui, ospite di Rtl 102.5 in ‘Non Stop News‘, ha rivelato di non avere “nessuna ansia da share”.
Le parole di Carlo Conti
“Non ho nessuna ansia.” – spiega Carlo Conti – “Sono a un punto della mia carriera in cui non devo dimostrare niente, né a me stesso, né al pubblico, né all’azienda. Se farò meno di Amadeus non importa, non è solo una questione di share; cercherò di fare un buon prodotto e un buon servizio alla discografia, questa è la cosa importante”.
“Non è importante se farò meno in termini di share,” – prosegue il conduttore – “altrimenti dopo i grandi festival di Baudo avremmo dovuto chiudere Sanremo. Amadeus ha fatto un grandissimo lavoro, straordinario, crescendo di anno in anno sia dal punto di vista musicale che di ascolti. Io cercherò di continuare quel lavoro”.
Sanremo: il processo di svecchiamento
Conti è già stato direttore artistico del Festival dal 2015 al 2017. Dei risultati di quelle edizioni dice: “Molti dicono che il processo di svecchiamento di Sanremo l’ho iniziato io. Nel 2017, sul podio c’erano Ermal Meta, Gabbani e Mannoia. La discografia è cambiata molto. L’unica medaglietta che mi metto è che dai miei festival sono partiti Mahmood, Irama, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Enrico Nigiotti, Giovanni Caccamo. Era un momento di grande rinascita della musica italiana “.
Alla domanda su chi saranno i prossimi co-conduttori della kermesse, Conti rimane vago: “È prestissimo, non ci ho ancora messo la testa. È una cosa che si è concretizzata nell’ultima settimana”.
Secondo il conduttore, ciò che conta davvero è scegliere bene i concorrenti: “La cosa più importante è scegliere le canzoni giuste, perché le canzoni devono poi arricchire le programmazioni radiofoniche ed essere al passo con i tempi. Il mio dubbio era di avere l’orecchio musicale pronto dopo sette anni. Questo è l’importante per Sanremo, il resto è contorno“.