Bruce Springsteen è stato attaccato da alcuni cantautori italiani: tutta colpa del concerto a Ferrara durante la tragedia.
Il carico d’energia e adrenalina lasciato da Bruce Springsteen dopo i due eventi di Ferrara e Roma non si è ancora esaurito, ma all’indomani del doppio live del Boss emergono nuovamente le polemiche. Stavolta non tanto sul concerto di Ferrara, tanto criticato già mesi fa per la location scelta, e poi finito nell’occhio del ciclone per essere stato confermato nei giorni della tragedia emiliano-romagnola.
A dar fastidio a molti osservatori esterni è stato il suo apparente disinteresse per quanto stava accadendo a pochi chilometri dal luogo in cui si è esibito. In particolare ad attaccarlo sono stati alcuni grandi protagonisti della musica italiana, come Manuel Agnelli e Roberto Vecchioni. Ecco cosa hanno imputato al grande Boss, atteso da un terzo concerto italiano a luglio.
Manuel Agnelli contro Bruce Springsteen
Tra mille polemiche e grandi difficoltà, il 18 maggio Springsteen ha regalato gioia ed energia al pubblico accorso al Parco Urbano Giorgio Bassani di Ferrara. Un evento che è stato organizzato dal suo team per anni e che difficilmente avrebbe potuto essere cancellato, posticipato o spostato. Lo sa bene Manuel Agnelli che, durante la presentazione del musical Lazarus, ha tenuto a dire la sua su quanto accaduto.
Secondo l’ex giudice di X Factor la scelta di non annullare l’evento è stata giusta, per il rispetto di tutti i professionisti che, con una cancellazione, avrebbero perso molti soldi. Senza considerare che in una situazione tragica, a volte un evento leggero può essere d’aiuto. C’è però un errore che secondo lui il Boss avrebbe commesso: “L’unica cosa che davvero non mi è piaciuta è che non abbia devoluto l’incasso alle vittime dell’alluvione. Mi ha stupito, da lui non me l’aspettavo“.
L’accusa di Roberto Vecchioni
Più ‘pesante’, per certi versi, è stato l’attacco di Roberto Vecchioni. Ospite del programma Rai Le parole, all’indomani del grande evento, il cantautore milanese ha voluto esprimere il suo parere su quanto accaduto: “Io, che sono un centesimo di Springsteen, probabilmente non avrei fatto il concerto“.
Anche per Vecchioni, ovviamente, il problema non è però che il concerto si sia fatto. Questo era prevedibile per tanti motivi, compresi quelli spiegati da Agnelli. Il comportamento di Springsteen è stato però deludente per un altro motivo: “L’inaccettabile è non sapere in che realtà sei. Me lo sarei aspettato dall’ultimo rocker del mondo, ma non dal più grande, il più grande per cuore e per anima. Lui che ha detto sempre nella sua vita che l’umanità è tutta uguale, che il dolore è per tutti, avrebbe potuto far capire non solo all’inizio del concerto, ma anche ogni tanto, canzone per canzone, che era con chi stava soffrendo. Perché non è successo non è dato saperlo“.
Parole chiare da parte del professore della musica italiana, che ha voluto mettere in luce un aspetto contraddittorio del passaggio del Boss nella penisola. Un comportamento che, per certi versi, ha reso meno magici i suoi due straordinari concerti, celebrati in tutto il mondo per la bellezza, la carica e l’energia regalata.