Bon Jovi, 2020: la recensione del quindicesimo album in studio del gruppo di Jon Bon Jovi, un disco che racconta le sofferenze dell’America negli ultimi anni.
Dopo un’attesa più lunga del previsto, i Bon Jovi sono riusciti alla fine a pubblicare il loro quindicesimo album in studio. Nell’anno più difficile del Ventunesimo secolo, il gruppo del New Jersey ha deciso di raccontare le sofferenze dell’America e di tutti noi con pochi veli, pochi fronzoli, in maniera diretta, puntando all’empatia. Il risultato è un disco emozionante, suonato e cantato ovviamente con maestria, che non rivoluziona la loro carriera ma regala ai fan l’opportunità di ripensare alle proprie vite con una nuova colonna sonora, forse più adatta di quelle del passato.
Bon Jovi, 2020: la recensione
Tutto è cambiato nel 2020, e in un certo qual modo anche i Bon Jovi. 2020 è un album che racconta la sofferenza, il senso di perdita, la paura, un sentimento che già covava in noi, ma che è stato accresciuto dalla pandemia da Coronavirus e poi dal senso d’insicurezza figlio della morte di George Floyd e di tutto quello che ha fatto seguito.
Nato in una maniera, ‘completato’ da brani che toccano argomenti inerenti agli ultimi fatti accaduti in America (in particolare American Reckoning e Do What You Can, peraltro il pezzo meno riuscito del lotto), la quindicesima fatica discografica è un passo in avanti rispetto a dischi del recente passato, ma non può far gridare al miracolo. Sono anni che il gruppo del New Jersey si è adagiato su un pop rock maturo ma fin troppo semplice e radio-friendly. Una pigrizia artistica che è cominciata anche prima dell’addio doloroso del chitarrista storico Richie Sambora.
Nonostante le basse aspettative, però, stavolta Jon ha voluto scavare a fondo nel suo animo, e quel che ne è venuto fuori è un disco che ha un pregio non indifferente: è sincero, puro e vero, molto più di alcuni lavori del passato, anche di quelli musicalmente più audaci. E anche solo per questo merita di essere ascoltato con attenzione.
In generale le dieci tracce filano via rapidamente, portando con sé un senso di sofferenza che non è mai angoscioso, ma nasconde sempre, anche in profondità, una speranza, la scintilla che può far intravedere, magari per pochi secondi, un futuro migliore. E in fin dei conti è questo che vogliamo da un’animo buono e gentile come quello di Jon: il tentativo di analizzare il passato e il presente per cantarci la bellezza della vita, che è tale anche perché ravvivata da certi dolori.
2020: la tracklist
1 – Limitless
2 – Do What You Can
3 – American Reckoning
4 – Beautiful Drug
5 – Story of Love
6 – Let It Rain
7 – Lower the Flag
8 – Blood on the Water
9 – Brothers in Arms
10 – Unbroken
Top: Blood on the Water
Flop: Do What You Can
Voto: 7.5
Di seguito l’audio di Blood on the Water: