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In ricordo di Pino Daniele, un po’ re e un po’ masaniello

Pino Daniele

Alla scoperta di Pino Daniele, il garibaldino figlio del Sud innamorato di Napoli e della musica americana.

Giuseppe Daniele, conosciuto come Pino Daniele (Napoli, 19 marzo 1955-Roma, 4 gennaio 2015) è uno dei simboli di Napoli. Una figura che va oltre il mondo della musica, un uomo in grado di superare le barriere dello spazio e del tempo grazie alle sue canzoni. Ha vinto i pregiudizi che circondano il Sud e lo ha fatto anche dopo essersi spento, ottenendo grandi riconoscimenti, come il premio alla Carriera al Festival di Sanremo 2019. Andiamo a scoprire alcune curiosità sulla sua carriera e la sua vita privata.

Chi è Pino Daniele: biografia e carriera

Pino Daniele, nato nel quartiere Porto nel giorno di San Giuseppe, sotto il segno dei Pesci, è sicuramente uno dei personaggi che a Napoli non dimenticheranno mai. A soli diciotto anni ha scritto quello che poi è diventato una sorta di inno ufficioso della città, quella Napule è che, da quando è stata pubblicata, non hai mai smesso di risuonare per le vie della città e nei cuori degli abitanti.

Pino Daniele
Pino Daniele

Eppure il sentimento di Pino Daniele per Napoli è sempre stato decisamente combattuto, un amore così grande da trasformarsi anche in rancore.

Io non sono figlio di Napoli… io mi sento un figlio del Sud, un garibaldino“, aveva dichiarato Pino Daniele come riportato da Famiglia Cristiana, aggiungendo: “Da quando ho l’età della ragione ad oggi non è cambiato niente, anzi la situazione è peggiorata. Ma non voglio pensare che non ci sia più la speranza. Una speranza che purtroppo si riaccende soltanto quando salta fuori qualcuno: una volta è spuntato Maradona, una volta Troisi, una volta Pino Daniele… Purtroppo è un popolo che ha bisogno sempre di un re. O di un Masaniello“.

E in effetti Napoli ha fatto di Pino Daniele uno dei suoi re, come testimoniano le immagini delle migliaia di persone in piazza nel giorno dell’ultimo saluto e la richiesta dei tifosi del Napoli di fare proprio di Napule è il nuovo inno della squadra.

E pensare che lui al calcio, nonostante abbia sempre fatto il tifo per la squadra della sua città, preferiva la pallanuoto e la scherma. A proposito di Napule è, sembra che Massimo Troisi, grande amico di Pino, avesse proprio questa canzone come base per la sua segreteria telefonica.

Insomma, il rapporto tra Pino e Napoli è sempre stato complicato, il rapporto conflittuale tra la madre e un figlio ribelle. Eppure proprio dal cuore pulsante della città è nato il Pino Daniele musicista, quello che ancora bambino restava stregato al porto di Napoli quando sentiva il blues e il jazz che portavano con sé gli americani.

Ma Pino non è diventato uno di loro. Ha preso quello che gli serviva e l’ha fuso con la tradizione melodica napoletana dando di fatto vita a un nuovo genere, il tarumbò, un mix tra la tarantella e il blues.

Pino Daniele: la morte

La carriera di Pino, nata all’interno di formazioni come i Batracomiomachia, è decollata rapidamente tra la fine degli anni Settanta e quasi tutti gli anni Ottanta, periodo in cui l’artista si è tolto grandi soddisfazioni, suonando con alcuni dei migliori musicisti del pianeta. Quando sembrava pronto a diventare una vera star internazionale, la sua vita artistica ha dovuto interrompersi per un problema cardiaco, sul finire del suo decennio magico. E il Pino tornato alla musica, dai Novanta in poi, era un Pino diverso, più ‘italiano’, più aperto a commistioni col pop.

Nonostante il ‘tradimento’ di certi ideali, fino alla fine della sua vita il cantautore partenopeo è rimasto un idolo assoluto per i suoi fan, al punto che la sua morte, avvenuta all’alba del 2015, è stata accolta da tutti un fulmine a ciel sereno. Quel suo ‘cuore matto’ che avrebbe potuto ucciderlo a poco più di trent’anni, fu infatti la ragione della sua morte improvvisa il 4 gennaio 2015.

Cardiopatico come i suoi fratelli, Pino nella sua vita fu costretto a sottoporsi a quattro interventi di angioplastica. Non aveva paura della morte, o almeno non lo dimostrava in pubblico, quando dichiarava che per morire felice gli sarebbe bastato morire con la chitarra in mano. E nell’immaginario collettivo forse così è stato.

Ma dove si trova la tomba di Pino Daniele, morto dopo un malore nella sua casa di Grosseto e un trasferimento d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio di Roma? Dopo i funerali, tenuti al santuario del Divino Amore, nella periferia meridionale della Capitale, la sua salma è stata trasportata al cimitero di Magliano, in Toscana.

La vita privata di Pino Daniele: moglie e figli

Per Pino Daniele Terra Mia non è solo l’album della svolta, è anche il disco dell’amore. Proprio durante le registrazioni del disco infatti il cantante ha conosciuto la corista Dorina Giangrande, sua futura moglie e madre di Alessandro e Cristina.

Nel 1992 però Pino conobbe a casa di Massimo Troisi una donna ammaliante, Fabiola Sciabbarasi. Lei per il cantante rinunciò alla sua carriera e divenne madre di Sara, Sofia e Francesco, i tre figli avuti da Pino. Lui decise di lasciare la sua prima moglie per costruirsi una nuova famiglia.

L’ultimo amore della sua vita fu Amanda Bonini. L’opinione pubblica non vide di buon occhio la seconda separazione del musicista, che da buon napoletano non aveva mai smesso di sognare. Né di amare.

È la seconda separazione? Sono come Enrico VIII. Dopo due famiglie non smetto di credere nell’amore. Perché se smetti di crederci non vivi più“. Con queste parole, riportate da Dilei.it, Pino aveva difeso la sua vita privata. Paragonandosi a Enrico VIII. Già, in fondo “Napoli ha bisogno sempre di un re…“.

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Sai che…

– Perché Pino Daniele è andato via da Napoli? Dare una risposta completa non è semplice. In alcune interviste lo stesso artista aveva provato a farlo capire. La vera ragione potrebbe però essere la fama. Vivere nella sua città senza poterla davvero vivere, dovendo stare attento a dove andare, con chi accompagnarsi, non aveva senso. Perché, come ricordato anche dal figlio Alessandro in un suo libro, Pino in fondo ha sempre voluto solo vivere come una persona comune. E a Napoli non sarebbe stato più possibile.

– Da ragazzo crebbe con due ‘zie’, due sorelle non sposate cui la madre aveva pulito qualche volta l’appartamento.

– Come Lucio Dalla, s’innamorò anche lui delle Isole Tremiti.

– Non tutti lo sanno, ma Pino aveva una vista pessima. Non era cieco, ma ci vedeva davvero male, e per questo motivo raramente nella sua vita guidò.

– Ebbe l’opportunità di suonare con alcuni dei suoi più grandi miti, tra cui Wayne Shorter, Chick Corea ed Eric Clapton.

– Per molti anni visse con la famiglia a Formia, per non essere troppo lontano dalla sua Napoli e nemmeno da Roma, città fondamentale per il suo lavoro.

– Su Instagram Pino Daniele non ha alcun account, ma esiste un account della fondazione a lui dedicata.

Se vuoi ascoltare le migliori canzoni di Pino Daniele, ecco una playlist presente su Spotify:

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2024 11:09

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