Michael Jackson: il documentario Leaving Neverland è stato cancellato
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Michael Jackson: il documentario Leaving Neverland è stato cancellato da molti media

Michael Jackson

La polemica attorno alla figura di Michael Jackson si è già affievolita. Il discusso documentario Leaving Neverland, infatti, è sparito dalla programmazione di molte emittenti.

Tanto tuonò che piovve. Per poi tornare il sereno. Si può sintetizzare così l’effetto del documentario Leaving Neverland, incentrato sui presunti abusi sessuali di Michael Jackson ai danni di due minori.

Presentato in pompa magna al Sundance Film Festival 2019, era diventato un caso mediatico dopo la decisione della HBO di trasmetterlo in prima serata. Ma a poche settimane di distanza, il caso sembra già rientrato e il film sta scomparendo dalla programmazione di molte emittenti!

Michael Jackson: Leaving Neverland è stato cancellato da molte televisioni

Lo scandalo causato dalle denunce presenti in Leaving Neverland è durato poche settimane. Dopo essere stato trasmesso in America nei primi giorni di marzo, ad aprile è già avviato verso l’oblio.

La HBO, emittente che per prima aveva annunciato di volerlo trasmettere, prendendosi anche la denuncia da parte della famiglia di Michael Jackson, l’ha eliminato dalla propria programmazione on demand. Stesso discorso per Channel 4.

E non finisce qui. Oprah Winfrey ha cancellato la pagina di YouTube dedicata alla pellicola, e addirittura la pubblicazione del DVD è stata rimandata a data da destinarsi. Ma cosa ha portato a questo dietrofront improvviso?

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Il flop del documentario su Michael Jackson

A quanto pare alla base di questo passo indietro ci sarebbe la strenua difesa (con tanto di azioni legali) della famiglia Jackson. Un atteggiamento talmente convinto, da far desistere alcune emittenti dal trasmetterlo.

Una spiegazione che però da sola non basta. A quanto pare, infatti, anche gli ascolti non avrebbero poi premiato la scelta di chi ha deciso di mandare in onda Leaving Neverland, come confermato anche dal flop dell’audience in Italia.

Insomma, a difendere la sua creatura rimane ad oggi il solo regista Dan Reed, che continua a proteggere il documentario e le testimonianze dei due protagonisti dei presunti abusi. Una posizione irremovibile che però non dovrebbe portare ad altri colpi di scena.

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ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2019 8:41

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