Mogol, presidente della Siae, ha lanciato l’allarme: a causa del Coronavirus la musica faticherà a ripartire.
È tornato a far parlare di sé come autore negli ultimi giorni, dopo aver riscritto il testo di Il mio canto libero per i medici, ma Mogol rimane ad oggi soprattutto il presidente della Siae. E proprio in questo ruolo ha parlato del futuro della musica dopo il Coronavirus in un’intervista all’Ansa.
Ecco le dichiarazioni più importanti del grandissimo autore, che in questi giorni si sta impegnando in Umbria per creare oli antivirali che vorrebbe far provare anche sul Covid-19.
Mogol e la musica dopo il Coronavirus
“Stiamo sostenendo gli associati anticipando loro i soldi, poi detratti in più anni, oltre che attraverso 2500 pacchi alimentari“, ha spiegato Mogol, dando credito alla notizia di un aiuto concreto da parte della Siae ai propri autori. Il Coronavirus rimane un grosso problema, ma l’artista è sicuro che grazie al nostro genio sapremo risollevarci.
Tuttavia, le difficoltà non mancano, ed è giusto avere chiaro quale sarà il quadro nel prossimo futuro: “Avremo decurtazioni dell’80% sui diritti d’autore, in generale faremo fatica a rimetterci in piedi“. In una nota la Siae ha infatti precisato che i mancati incassi per il diritto d’autore nel 2020 sono stimati sui 200 milioni di euro.
Mogol crea oli contro il Coronavirus
Ma intanto come sta trascorrendo la vita il presidente della Siae? Nel corso della sua intervista lo storico autore afferma di essere fortunatamente in quarantena in una zona piuttosto protetta, con pochissimi casi di Coronavirus.
Ad ogni modo non esce di casa, si attiene alle prescrizioni ma prova a fare del suo meglio per aiutare il Comune in cui vive, Avigliano, cui ha regalato insieme a un medico del posto circa 2500 mascherine: “Insieme alla mia famiglia ci è sembrato il gesto più utile per aiutare in modo rapido e concreto la comunità“.
E non solo. L’artista sta infatti anche creando degli oli essenziali contro i virus: “Sono 20 anni che li uso. Io creo le formule e una signora del posto li miscela. Ora sono in contatto con alcuni professori del policlinoco Gemelli di Roma per fare delle prove anche sul Covid-19“.
In attesa di scoprire se funzioneranno, Giulio si è dedicato alla riscrittura del testo de Il mio canto libero per la Federazione italiana delle società medico scientifiche: “L’ho scritto in un quarto d’ora, credo che dica ciò che vorremmo dire tutti noi ai medici: grazie“.