Damiano David ha accompagnato la fidanzata Giogia Soleri alla Camera dei Deputati per sostenere una legge sulla vulvodinia.
C’è urgente bisogno di una legge sulla vulvodinia. Parola non solo di migliaia di donne, ma anche di Damiano David. Il cantante dei Måneskin nella giornata del 3 maggio si è presentato insieme alla fidanzata Giorgia Soleri alla Camera dei Deputati per sostenere la richiesta di alcuni gruppi parlamentari di una legge sulla patologia che affligge proprio la splendida modella e influencer. “Ho perso la mia adolescenza“, ha dichiarato la ragazza in conferenza stampa, svelando tutta l’urgenza di una legge che possa aiutare chi, come lei, si ritrova in queste condizioni.
Giorgia Soleri chiede una legge sulla vulvodinia
Senza rubare l’attenzione dei presenti, Damiano è rimasto per quasi tutto il tempo seduto in sala, ascoltando con grande concentrazione le persone di tutte le persone che sono intervenute nel corso della conferenza stampa.
Oltre a Giorgia Soleri si sono alternate davanti al microfono tutti gli esponenti politici che stanno portando avanti questa battaglia: Giuditta Pini e Cecilia D’Elia del Pd, Giuseppe Pisani ed Elisa Pirro del M5s, Rossana Boldi della Lega. “Dire che questa legge vedrà presto la luce e che sarà tutto facile sarebbe una bugia“, ha dichiarato la deputata Pini, come riferito dal Corriere della Sera: “Le leggi, soprattutto quelle che riguardano il riconoscimento delle malattie, sono ferme da anni“. E il problema è tutto qui.
Damiano interviene a sostegno della fidanzata
Solo negli ultimi minuti di conferenza Damiano ha ‘rubato la scena’, salendo sul podio per rispondere ad alcune domande dei giornalisti presenti. L’artista ha voluto sottolineare di essere impegnato, da oltre un anno, a sostenere il grande lavoro che stanno facendo Giorgia e Silvia Carabelli. I suoi meriti sono pochi, ma la sua voglia di vincere questa battaglia è grandissima.
“Abbiamo bisogno che questa legge passi e che la salute sia un diritto di tutti“, ha concluso Soleri, sottolineando come le donne affette da questa patologia siano una su sette, non poche.