Il significato che si cela dietro London Calling, celeberrimo brano dei The Clash, presente nell’omonimo album del 1979.
Il 1979 non era il periodo migliore per essere un punk rocker. Il suono predominante dell’epoca, infatti, era la disco, tanto elegante e raffinata quanto il punk era grezzo e trasandato. I The Clash, tuttavia, non si preoccuparono di tali questioni, tanto da pubblicare il brano London Calling, che ha fatto diventare la band una dei tedofori più riflessivi e innovativi del movimento punk, dando vita al genere: il che è stato gloriosamente ironico, considerando che la canzone presagiva la fine del mondo.
The Clash, il significato della canzone London Calling
Le origini del brano Londong Calling risalgono a una fatidica corsa in taxi del frontman dei Clash, Joe Strummer e della sua allora fidanzata Gaby Salter. Come rivelò Strummer alla rivista Uncut, “C’erano un sacco di sciocchezze sulla Guerra Fredda e sapevamo che Londra era suscettibile alle inondazioni. Mi disse di scrivere qualcosa al riguardo“.
Il chitarrista Mick Jones spiegò – al Wall Street Journal – come aiutò Strummer a completare la canzone. “Joe Strummer viveva in un edificio lungo il Tamigi e temeva potenziali inondazioni. Scrisse due o tre bozze del testo che ho, poi, ampliato fino a quando la canzone è diventata questo avvertimento sul destino della vita di tutti i giorni“. Il video di London Calling:
Per un messaggio così apocalittico, la band aveva bisogno di musica adeguatamente minacciosa e terribile, ma ancora grondante della loro tipica sfida. “Una volta che abbiamo ottenuto la maggior parte delle parole, ho iniziato a creare musica per adattarla al ritmo del testo“, disse Jones. “Volevo l’urgenza di una notizia“.
Con lo slogan della BBC come titolo, la canzone suona davvero come un orribile bollettino speciale: “Londra chiama le città lontane / Ora la guerra è dichiarata e la battaglia sta arrivando“. Questo è solo il primo di molti distici scritti da Strummer e Jones, feroci e potenti. Quando vengono sommati tutti insieme e combinati con la musica corroborante, l’effetto complessivo è a metà tra elettrizzante e agghiacciante.
Allerta e disperazione per imminenti tensioni e conflitti mondiali
Anche se i Clash fungono da messaggeri, Strummer avverte i suoi ascoltatori che non hanno alcuna risposta, tantomeno le altre pop star: “Londra chiama, ora non badate a noi/La falsa Beatlemania morde la polvere“. Con gli zombi che sfilano per le strade e i poliziotti che brandiscono i manganelli, il meglio che la band può fare è farsi sentire, anche da chi è paralizzato dall’apatia: “Londra chiama e non voglio gridare/ Ma mentre parlavamo, ti ho visto annuire“.
La voce di Strummer gronda di disperazione per tutto il tempo, come se fosse l’unico modo in cui può arrivare al pubblico, cercando inutilmente di narcotizzare il dolore. Accumula le sue preoccupazioni, accennando al riscaldamento globale (molto in anticipo sui tempi), alla carestia e alla fusione nucleare (non molto tempo dopo si verificò il disastro di Three Mile Island). Eppure suggerisce che se ne sarà andato da tempo prima che si verifichi una di queste catastrofi: “Le macchine smettono di funzionare, ma non ho paura/ Perché Londra sta annegando e io, io vivo vicino al fiume“.
London Calling è stato incluso nell’omonimo doppio album, un lavoro in studio che è valso ai Clash l’appellativo di “The Only Band That Matters”, dal momento che sembravano davvero capaci di fare tutto. Non riuscirono a sostenere questo successo, però: infatti, si sciolsero nella seconda metà degli anni ’80. Eppure il loro impatto e la loro influenza furono tali che furono inseriti nella Rock And Roll Hall Of Fame poco dopo la morte di Strummer nel 2002.