In radio da pochi giorni Io Ho, terzo singolo estratto dal fortunato, nuovo album Pelle d’oca e lividi.
E’ un ritorno eccellente quello che ha per protagonista Gatto Panceri, felice e intuita scoperta di Patrick Dyjvas della PFM, che dal ’92 a oggi ha pubblicato oltre 10 album di inediti costellati da successi radiofonici come ‘Abita in te’, ‘L’amore va oltre’, ‘Le tue mani’, ‘Dove c’è musica’, ‘Di te’ e tanti altri, molti dei quali presentati anche al ‘Festival di Sanremo’.
Senza dimenticare gli evergreen scritti usando il cuore come penna per altri celebri colleghi, senza distinzioni alcuna tra voci maschili e femminili, che portano il nome, tra i tanti di: Giorgia, Mietta, Mina, Syria, Fausto Leali, Gianni Morandi, Massimo Ranieri e tanti altri.
Ci sono voluti ben quattro anni di lavoro perché il Gatto nazionale desse alle stampe, dopo una gestazione lunghissima e altrettanto sudata, l’ultimo album di inediti dal titolo suggestivo ‘Pelle d’oca e lividi’, rilasciato a fine maggio scorso e anticipato in radio, oltre che dalla title-track, anche dal singolo estivo ‘Bombay’ (il cui videoclip è stato girato interamente da Panceri servendosi di una app della Apple), e attualmente dal 14 settembre da ‘Io Ho’: un brano psichedelico-rock-progressivo in cui Gatto Panceri fonde con imprevedibile gusto, stili, tempi, armonie e ritmi diversi per lanciare un appello accorato a possedere nella vita soltanto il necessario, l’importante, tralasciando tutto il resto che appesantisce e ridonda.
Il grande cantautore e hitmaker, che ha venduto oltre 45 milioni di copie nel mondo come autore, ha scelto di mettersi in gioco con una piacevole e interessante chiacchierata in cui dar spazio a emozioni di ieri e di oggi.
Roby Facchinetti dei Pooh le ha fatto splendidi complimenti su Facebook: che effetto fa trovarsi per discografico un altrettanto famoso cantautore?
E’ un sogno. Confrontarsi con un discografico che sa cosa significa veramente incidere un disco, che sa scrivere canzoni e stare sul palco. Una vera fortuna. Ci capiamo solo con gli sguardi io e Roby.
Come mai ha scelto di pubblicare ben 19 brani inediti, in controtendenza rispetto ai dischi risicati del mercato?
Perché credo nei concept album studiati come tali non nelle raccolte dopo singoli sparsi e spaiati che pubblicano oggi. Non sono album, quelli. Un album vero è come una squadra di calcio, ogni pezzo ha il suo ruolo specifico. E’ un lavoro globale che ha il suo senso pieno proprio nella sua interezza.
Nel mio ultimo cd, se togli un brano, uno a caso, non è più la stessa cosa. Sono importanti tutti, anche nell’insieme. 19 perché avevo parecchi pezzi belli, perché mancavo da parecchi anni e non volevo essere avaro coi miei sostenitori che attendevano il mio nuovo lavoro con ansia e alte aspettative.
‘Pelle d’oca e lividi’ è un disco che profuma di rock-soul: ce ne fa una sintesi?
Il rock soul è il colore musicale predominante del disco ma i brani contenuti sono di diversa specie e spaziano parecchio nei generi musicali che più amo. Non mi è mai piaciuto mettere brani troppo uguali nei miei album, intendo con pressappoco gli stessi giri armonici o con testi ripetitivi e telefonati.
Un disco di 19 brani se fosse monocorde e ripetitivo sarebbe a dire poco noioso. La mia più grossa soddisfazione sarebbe quella di scoprire che chi mi ascolta, partendo dalla traccia 1, arrivi alla 19 senza essersi stancato di ascoltarmi.
Una delle più belle canzoni è ‘Tu Mai’, ce la racconta?
Ognuno di noi spesso ha la sensazione di vivere in solitudine le proprie emozioni; di frequente ci chiediamo se gli altri le avvertano, le sentano, come succede a noi. Ci ferisce l’indifferenza a ciò che per noi e più importante. La speranza è la condivisione, il non sentirsi soli nel gioire o soffrire.
Scoprire che un essere umano è simile nel suo sentire a noi crea un intimo legame tra due persone, è un’arma per vincere la malinconica solitudine insita in noi…musicalmente ‘TU MAI’ è davvero bizzarra, inconsueta nella sua struttura. Parte la ritmica quando non te l’aspetti e poi si riferma senza preavviso, ha un giro armonico che ho voluto ipnotico, ossessivo, ma credetemi non è sempre uguale.
La melodia è un inferno da cantare bene, perché il testo non è solo da intonare, ma soprattutto da recitare in quanto il punto di domanda impera alla fine di ogni verso. Il risultato finale che spero di aver ottenuto è quello di essere riuscito a produrre un brano dalle tinte rock ma intimo, suonato deciso ma con misura e mai beceramente urlato.
Tra i brani che ha scritto per altri ve n’è uno a cui è particolarmente affezionato?
Non posso che rispondere ‘Vivo per lei’ in primis, se non altro per rispetto delle 45 milioni di copie che ha venduto questo brano nel mondo.
Mietta, Mina, Giorgia indica un aggettivo per ciascuna di queste tre voci a cui ha regalato successi immortali?
Mietta: un’anima soul nella voce come nessuna in Italia. Mina: quando pensi alla voce femminile più bella e duttile italiana pensi a lei. Giorgia: la degna erede al trono di Mina (Giorgia ha cantato 9 pezzi miei nella sua carriera e nel mio cuore è al primo posto).
‘Io Ho’ è il nuovo singolo: il brano che potrebbe fare da apripista ad una sua partecipazione a Sanremo 2019?
Sono stato in passato 3 volte come cantante e 7 volte come autore in quel Festival: non posso quindi rinnegarle, e dire che Sanremo non sia un evento importante. Ma non dipende da me. A ottobre chiamerò Claudio Baglioni, da amico gli chiederò al cellulare se il mio nome può essergli appetibile per Sanremo 2019.
Mi rispondesse in modo affermativo non esiterei a entrare in studio a incidere un brano molto bello che ho scritto da poco. Avere pezzi validi nel cassetto non è mai stato un problema per me. Scrivere canzoni è un’esigenza quotidiana per Gatto Panceri non solo un lavoro.