Oh Happy Day nacque sul finire degli anni ’60 ma il testo ha origini più profonde. Origini pasquali e non natalizie, come invece la tradizione dei giorni nostri continua a farci credere.
Dal 1967, anno in cui la canzone Oh Happy Day venne pubblicata dagli Edwin Hawkins Singers nell’album Let Us Go into the House of the Lord, numerosi artisti in tutto il mondo ne hanno registrato la cover. Tra questi, la più vicina ai giorni nostri è senza dubbio Laura Pausini, che ha scelto il popolare brano gospel come undicesima traccia all’interno della sua nuova raccolta di canti di Natale, Laura Xmas.
Lo sbaglio comune però commesso in Italia è quello di considerare natalizio il testo Oh Happy Day, oppure legato alle celebrazioni dell’anno nuovo. A causare questa errata interpretazione fu una pubblicità televisiva degli anni Ottanta dello Spumante Asti Cinzano. In realtà, Oh Happy Day è un inno dedicato alla Pasqua, ossia – come traduzione delle sue stesse parole – del “giorno felice” in cui Gesù Cristo washed my sins away, “lavò i miei peccati”.
Oh Happy Day (testo) risale addirittura al XVIII secolo. O meglio, di quell’epoca è l’inno che ispirò la canzone degli Edwin Hawkins Singers. In origine i protestanti anglosassoni ne facevano uso durante il battesimo e la cresima. Grazie al pianista di colore Edwin Hawkins, negli anni ’60 e ’70 il brano è poi diventato popolare in tutto il mondo. Nel 1969, pubblicato come singolo, raggiunse la seconda posizione in Inghilterra e la quarta negli Stati Uniti.