Continua lo scontro tra Meta e SIAE: il gruppo americano racconta la propria versione dei fatti e accusa la società italiana.
Cosa ha portato alla rottura tra SIAE e Meta, con conseguente scomparsa di molte canzoni dal catalogo musicale disponibile su Instagram e Facebook? Ovviamente un mancato accordo economico. Questione di soldi, di vil moneta, di una trattativa interrotta a quanto pare per richieste non conciliabili. Se negli scorsi giorni era stata la SIAE a raccontare la propria versione dei fatti, in queste ore è toccato a Meta far sentire la propria voce, in un’udienza alla Camera tenuta il 30 marzo. E le accuse sollevate dal gruppo americano sono piuttosto gravi.
Scontro Meta-SIAE: la versione di Facebook e Instagram
A parlare davanti ai deputati italiani è stato Angelo Mazzetti, responsabile affari istituzionali di Meta. Secondo quanto riportato, le trattive per il rinnovo dell’accordo, che è scaduto lo scorso 15 dicembre 2022, erano iniziate lo scorso agosto e sono andate avanti fino al mese di marzo. Trovare un accordo è stato però impossibile, per un motivo semplice: le richieste esagerate da parte di SIAE, secondo le parole di Meta.
“Il problema è stato l’importo richiesto, che inizialmente è stato di quattro volte superiore all’importo concordato fino al 2022“, ha assicurato Mazzetti, aggiungendo: “Senza fornire alcuna motivazione, mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente gli stessi“. Secondo il rappresentante dell’azienda americana, la stessa avrebbe fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentando un’offerta più alta rispetto alla precedente. Ma la SIAE avrebbe comunque rifiutato questa offerta vantaggiosa, ponendo come limite minimo sotto cui non è possibile scendere un aumento del 310% rispetto al precedente accordo. Una richiesta che avrebbe fatto saltare il banco, perché l’azienda di Zuckerberg non sarebbe disposta a chiudere accordi irragionevoli.
La controreplica di Meta
Le accuse gravi da parte del colosso americano sono state ovviamente oggetto di una controreplica da parte della società italiana che protegge i diritti degli artisti e degli editori. “La dichiarazione di Meta è semplicemente falsa“, ha affermato il presidente, Salvatore Nastasi, aggiungendo: “La nuova licenza è non è comparabile a quella siglata nel 2020 e qualsiasi raffronto in percentuali è pretestuoso. Meta si chiamava Facebook e non voleva occuparsi di metaverso e i suoi ricavi e sfruttamenti del nostro repertorio non erano paragonabili agli attuali“. Nonostante le divergenze, entrambe le parti si sono dette disposte a riprendere la trattativa, a patto che lo spirito sia collaborativo e di apertura. Il tutto mentre, nel frattempo, sui social sono riapparse le canzoni di Soundreef, ulteriore beffa per gli artisti che hanno scelto di rimanere in SIAE.