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Pirateria musicale, quanto ci costi: soldi e posti di lavoro

Milioni di euro ma anche posti di lavoro: da una analisi emergono i danni che la pirateria musicale ha sul settore, in termini economici ma non solo.

Costa, eccome se costa: la pirateria musicale, secondo lo studio effettuato dall’Unione Europea nel 2014, ha fatto perdere al settore circa 170 milioni di euro. Non solo, perché la perdita non è solo da calcolare in termini economici ma anche in posti di lavoro. Sono stati 829 quelli persi per chi lavora nel settore musicale. Di conseguenze, però. ce ne sono per ogni settore: le mancate entrate fiscali, infatti, causano un mancato ricavo dalle vendite pari a circa 336 milioni di euro, con altri 2.155 posti di lavoro che saltano e una riduzione delle entrate fiscali di circa 63 milioni di euro. Dati, questi, stimati da uno studio di Euipo, l’ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale.

Europa a confronto: i dati in Italia e nel resto del Continente

I danni maggiori non sembrano essere quelli per l’Italia, visto che il consumo musicale nel nostro Paese è decisamente più basso rispetto ad altri. Nel 2014 l’industria musicale italiana, sempre secondo lo studio Euipo, ha generato 200 milioni di euro, di cui il 39% in vendite digitale. La pirateria ha fatto perdere 7,8 milioni di euro in totale, tre milioni nelle vendite ‘tradizionali’ e 4,7 milioni in quelle digitali.

Diversa, e più preoccupante, la situazione del Regno Unito, visto che si ha a che fare con altre cifre, Il totale delle vendite musicali ha raggiunto 1,1 miliardo di euro, e sono stati ben 49 i milioni (oltre cinque volte le perdite in Italia) persi a causa della pirateria. In Germania perdite sui 40 milioni di euro.

Consumo digitale e tradizionale: i Cd resistono in Germania

Altri dati raccolti dall’Osservatorio testimoniano come sempre di più siano i fruitori digitali anziché tradizionali. Nel 2005 il 92% si affidava al vecchio CD, oggi invece accade solo al 53% (dati sempre del 2014). In Germania i Cd resistono, in Svezia invece sono solo il 15% delle vendite: tante le differenze da Paese a Paese. La pirateria, in questi casi, non sembra fare alcuna differenza e colpisce entrambi i canali, tradizionali e non.

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ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2016 16:15

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