Alla scoperta de Lo Stato Sociale, il quintetto che ha conquistato il pubblico di Sanremo dopo anni passati… su un furgone in giro per l’Europa.

Band rivelazione del Festival di Sanremo 2018, Lo Stato Sociale ha fatto ballare il Teatro Ariston a suon di musica indie con chiare venature in stile Vasco Rossi, un po’ di sana irriverenza e l’energia travolgente di un’arzilla vecchietta che salta e balla come una ragazzina.

Ma andiamo insieme alla scoperta del gruppo bolognese!

Ma chi c’era dietro quegli occhiali da sole?

La prima cosa su cui far luce è il nome dei membri de Lo Stato Sociale, band sostanzialmente sconosciuta al grande pubblico prima della loro fortunata partecipazione al Festival della canzone italiana.

Il gruppo è composto da Alberto “Albi” Cazzola  (voce e basso), Lodovico “Lodo” Guenzi  (voce, chitarra, pianoforte e sintetizzatore), Alberto “Bebo” Guidetti (drum machine, programmazione, sintetizzatore, sequencer e voce). I tre si conoscono durante i tempi dell’Università e collaborano tutti quanti a Radio Città Fujiko, emittente radiofonica locale.

Solo nel 2011, dopo la pubblicazione dei primi due EP, si uniscono alla band Francesco “Checco” Draicchio (sintetizzatore, sequencer e voce) e Enrico “Carota” Roberto (voce e sintetizzatore); e finalmente il quintetto che vedremo salire sull’Ariston, armato di una sana ironia (e di occhiali da sole!) può dirsi finalmente completo.

I componenti sono impegnati musicalmente e nella politica, e questo si riflette non solo nei testi nella band, ma anche nella loro vita, tant’è che sono tutti attivisti politici impegnati nella loro città.

I primi passi della band

Gli inizi della carriera de Lo Stato Sociale sono stati tutt’altro che semplici. Dopo i primi due EP di rodaggio la band pubblica il suo primo album (Turisti della democrazia) nel 2012, e così comincia ad esibirsi in piccoli locali e centri sociali della periferia bolognese.

Il successo è modesto ma alla pubblicazione del disco fa seguito un tour di duecento date in Italia e in Europa. Pare però che i primi spostamenti fossero tutt’altro che agevoli, visto che viaggiavano in tre a bordo di una Punto. Nulla contro l’auto, per carità, ma a un gruppo di musicisti sarebbe forse servito un po’ di spazio in più!

Da qui, poi, l’evoluzione e il passaggio a un furgoncino per ospitare tutte e nove i membri del gruppo e dello staff.

Pare anche i primi concerti fossero tutt’altro che soddisfacenti, visto che spesso la platea era spesso composta da un pubblico di persone completamente ubriache – parola di Lodo – che si trovavano lì quasi per caso. Insomma, un vero e proprio inizio rocambolesco!

Le canzoni de Lo Stato Sociale, una critica con il sorriso

I testi de Lo Stato Sociale, nonostante le apparenze, sono profondi e rappresentano uno spaccato dell’Italia visto con occhio critico e consapevolezza, cosa che non tutti possono vantare.

Stando alle testimonianze dei fan storici del gruppo sembra che Una vita in vacanza sia una delle canzoni più leggere, meno impegnate insomma de Lo Stato Sociale. Ma la verità è che dietro al testo ci sono anni e anni di esperienze e letture politiche, soprattutto per quanto riguarda Alberto Cazzola, autore di tante canzoni del gruppo, che avrebbe dichiarato che a dargli l’ispirazione per il brano ci sarebbero stati alcuni importanti testi quali Il biocapitalismo di Vanni Codeluppi e L’arte della sovversione di Marco Barav, sino ad arrivare all’antologia  Lavoro in frantumi, di Federico Chicchi ed Emanuele Leonardi. Altro che canzonette!

Certo, non mancano ovviamente nel repertorio brani fatti di giovanile inesperienza e spensieratezza, ma sopratutto negli ultimi anni con C’eravamo tanto sbagliati La rivoluzione non passerà in tv, ad esempio, le canzoni de Lo Stato Sociale hanno assunto sempre di più un carattere di pungente ironia e critica sociale.

E a dare ragione al gruppo è stato proprio il successo: nel giro di pochi anni Lo Stato Sociale è arrivato a conquistare tantissimi fan italiani, riempiendo locali e diventando forse uno dei principali punti di riferimento del panorama italiano indipendente, sbarcando poi nel 2018 al Festival di Sanremo, e addirittura, ottenendo il secondo posto.

Lo Stato Sociale: gli album della band

Tra le mille difficoltà proprie di tutte le band emergenti, nel 2017 Lo Stato Sociale lancia il suo terzo album, Amore, lavoro e altri miti da sfatare che arriva tre anni dopo L’Italia peggiore, un disco che inizia a far parlare de Lo Stato Sociale soprattutto in rete.

A colpire sono soprattutto i titoli scelti per i dischi che denotano un certo pessimismo latente. Nell’intervista ai microfoni di Spaziorock.it i membri del gruppo hanno rivelato che scegliere i nomi dei propri dischi è una delle cose più difficili della loro attività.

Il primo ostacolo da superare è quello dell’unanimità: ogni titolo deve essere infatti approvato da ogni componente del gruppo. Alla fine, per i primi due dischi, il gruppo ha optato per due citazioni, una di Brunetta e una di Berlusconi. La scelta ovviamente non è avvenuta per affinità politiche o di pensiero, anzi…

Con il loro bagaglio di musica irriverente e discreta dose di sfacciataggine i cinque approdano sul piccolo schermo con un servizio per la nota trasmissione Le Iene. I musicisti si sono presentati dai maggiori esponenti del Pd cantando Fai un partito anche tu, sulle note di Il Cielo è sempre più blu di Rino Gaetano. Un’esperienza divertente, ma al tempo stesso portatrice della solita critica sociale e politica, vero punto fermo del gruppo bolognese.

Questo il video di Amarsi Male de Lo Stato Sociale, uno dei più grandi successi della band:

Lo Stato Sociale a Sanremo: una ventata d’aria fresca

Il 2018 è indubbiamente l’anno della svolta per Lo Stato Sociale: a Sanremo ci mettono poco a farsi notare, innanzitutto per il loro atteggiamento un po’ sopra le righe che contrasta ma non stona con gli abiti da sera e i modi cavallereschi degli altri concorrenti, e poi per la loro musica.

E pensare che erano dati da tutti come gli outsider del Festival! A dichiararlo lo stesso Lodo Guenzi, cantante della band, che dopo il secondo posto ha dichiarato su FB come i primi giorni all’Ariston nessuno li riconoscesse, e anzi, qualcuno gli chiedesse anche indicazioni per il bagno! Ma dopo la prima esibizione di Una vita in vacanza, che ha sicuramente lasciato il segno, le cose sono poi cambiate.

Con Una vita in vacanza, infatti, Lo Stato Sociale ha trasformato il Teatro dell’Ariston in un’esclusiva discoteca in mondovisione. La presenza di Sara Patricia ‘Paddy’ Jones, ballerina classe 1934, è la ciliegina sulla torta. Nota di colore, l’arzilla signora ha iniziato a fare salsa acrobatica all’età di sessantanove anni! Mica male…

Sanremo 2018 però non è stato altro che un trampolino di lancio per ‘Albi’ e compagni, che dopo il Festival hanno annunciato la pubblicazione di Primati. Lo Stato Sociale con il nuovo album approfitterà del successo di Una vita in vacanza per lanciare i nuovi singoli ma provare anche a valorizzare alcuni singoli del passato.

Lo Stato Sociale
FONTE FOTO: https://www.instagram.com/lostatosociale/

Lo sapevi che…

Andiamo alla scoperta di alcune curiosità sui membri della band

• Il primo concerto dal vivo cui è andato Bebo era quello degli Elio e le Storie Tese. Era la fine degli anni Novanta e probabilmente mai si sarebbe immaginato di calcare lo stesso palco a distanza di dieci anni.

• La paura più grande di Carota è… quantomeno bizzarra! L’artista tra un sorriso e un pizzico di terrore ha ammesso che la sua paura più grande è che un piccione possa entrare nella sua auto mentre si trova alla guida. Da non sottovalutare.

• Tra le disavventure raccontate dai membri della band spicca quella di Checco, il quale è riuscito a procurarsi lo schiacciamento di tutte e quattro le prime falangi della mano destra dopo essersela chiusa nel portellone del furgone. Forse era meglio la Punto…

• E sempre a proposito di follie in tour, Carota ha raccontato di essersi sdraiato sul tettuccio del furgoncino in movimento. Enrico alias Carota ha giustificato il gesto affermando di essere ubriaco. Molto ubriaco.

• Antipatie… d’alto rango. Nel corso di un’intervista Lodo ha risposto alla domanda Chi disprezzi di più facendo il nome di Vittorio Feltri. Spregiudicato.

Fonte Foto: https://www.facebook.com/statosociale/

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ultimo aggiornamento: 15 Febbraio 2018 15:22


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