Cinque capolavori della carriera degli Who

Cinque capolavori della carriera degli Who

The Who, le canzoni migliori: da My Generation a Baba O’Riley, tutti gli immortali inni cantati dalla mitica band di Roger Daltrey e Pete Townshend.

Ipnotici e iconici, ribelli e privi di limiti, gli Who hanno rappresentato uno dei complessi più rivoluzionari nella storia della musica rock durante gli anni Sessanta e anche i primi Settanta. Se ancora oggi milioni e milioni di persone si emozionano urlando a squarciagola le loro canzoni, un motivo ci sarà. Ripercorriamo insieme il meglio della loro carriera attraverso le cinque canzoni più famose della loro straordinaria discografia.

The Who: le canzoni migliori

Chitarra rock and roll

The Who – My Generation

Una playlist con il meglio degli Who non può non partire dal loro inno più famoso, la canzone simbolo della cultura Mod e dello spirito di ribellione. Dall’iconico riff all’assolo di basso di John Entwistle, passando per la balbuzie di Roger Daltrey e la mitica frase “I hope I’ll die before I get old / Spero di morire prima di invecchiare“, tutto in questa canzone è entrato nel mito.

Si tratta della title track del primo album della band, datato 1965. Da lì ha avuto inizio una carriera destinata a scrivere pagine di storia del rock. Riascoltiamo insieme My Generation:

The Who – Pinball Wizard

Brano simbolo del capolavoro Tommy, il primo esempio di opera rock, Pinball Wizard è divenuto un altro pezzo immancabile nelle setlist dei concerti della band inglese, grazie anche alla celebre cover che ne fece Elton John.

Di seguito il video ufficiale di Pinball Wizard nella versione degli Who:

The Who – Won’t Get Fooled Again

Nella loro carriera gli Who si sono distinti per aver creato un proprio stile unico, inimitabile, differente da quanto portato avanti da contemporanei Beatles e Rolling Stones. Hanno fatto la storia, rivoluzionato il modo di suonare di fatto anticipando alcuni stilemi del punk.

Se è vero che Tommy e Quadrophenia sono tra gli album più celebrati della loro carriera, il punto più alto della produzione di Townshend e soci è stato probabilmente un altro disco: Who’s Next del 1971. Tra i tanti brani epocali presenti in questo lavoro c’è anche la splendida Won’t Get Fooled Again, ancora oggi una delle loro composizioni più famose:

The Who – Behind Blue Eyes

Probabilmente una delle ballate più malinconiche della storia del rock, di certo la migliore nella carriera degli Who. Un brano che alterna momenti di estrema delicatezza, al limite dello straziante, a una sezione centrale molto complessa e vigorosa, che restituisce tutta la grinta di un animo ribelle.

Coverizzata in anni recenti dal gruppo nu metal Limp Bizkit, rimane uno dei migliori pezzi in assoluto della discografia di Pete Townshend. Ecco l’audio di Behind Blue Eyes:

The Who – Baba O’Riley

Traccia d’apertura di Who’s Next, doveva essere il brano principale dell’opera rock Lifehouse, un progetto mai realizzato dal gruppo inglese. Il titolo di questo brano è un tributo a Meher Baba, filosofo che ha ispirato grandemente la produzione musicale di Pete Townshend. Riley è invece un riferimento a Terry Riley, compositore americano famoso per il minimalismo.

Di seguito l’audio di Baba O’Riley:

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