“Ataxofilia è il mio primo album sperimentale“. L’intervista a Pietro Iossa
Pietro Iossa è un giovane e talentuoso cantante di origini campane che ha iniziato ad amare e ad esplorare il mondo musicale da giovanissimo. Basti pensare che all’età di dieci anni ha iniziato a studiare chitarra classica e nel tempo, da autodidatta, ha imparato anche a suonare prima il pianoforte poi la batteria e infine le percussioni. Pietro e la musica si sono dunque conosciuti molto presto e da allora non si sono più lasciati, un talento quello di questo giovane artista che viene caratterizzato soprattutto da un eclettismo tangibile anche nella sua specialità, quale la Beatbox. Probabilmente la maggior parte del pubblico lo ricorda al talent show di Sky Uno, X Factor dove sotto la guida del giudice Morgan gareggiava nel duo dei Komminuet. Oggi Notizie Musica, con la nostra inviata Carmen De Sio, ha scambiato qualche battuta con Pietro, che dallo scorso 8 luglio ha debuttato nel mercato discografico in versione solista e con il suo primo album dal titolo Ataxofilia (TwitMix Records).
Piero, come ti poni nei confronti di Ataxofilia: è così importante la tua carriera da solista?
“È il mio primo album sperimentale. È un progetto nato con la mia manager e produttrice Antonella Corsetti, perché sentivamo il bisogno di fornire all’universo discografico un progetto innovativo e diverso, pertanto abbiamo sentito la necessità di far fondare il progetto su basi più artistiche che commerciali. Il progetto è mirato all’arte e alla diversificazione di generi. È una release importante, dove c’è il mio essere completo, l’album Ataxofilia mi descrive al meglio. Il prossimo progetto musicale sarà di peso uguale ma sarà di genere“.
Ataxofilia contiene nove tracce tutte scritte da te. Quale è il filo conduttore fra i brani?
“Il testo e la sperimentazione. L’argomento Ataxofilia, che mette al centro dell’attenzione il caos, il disordine, la pluralità, fa da sfondo all’intero album, perché esso è composto da tracce tutte diverse. Così è proprio la diversità a fare da collante a tutto il progetto. I pezzi sono frutto di idee musicali nate per caso, le ho costruite seguendo la loro natura di genere e non la mia“.
Le tracce sono sia in italiano e in inglese e abbracciano vari generi musicali quali il Pop, Hip Hop, Rock, Reggae, R&B Funk and Soul, Nu Jazz. Come nasce questa contaminazione musicale?
“Sono fatto così, contemplo tutta la musica. Sono cresciuto, esplorando molti generi“.
Di queste tracce, volevi aggiungere ancora altre o le riserverai per il futuro?
“Sicuramente non tratto la mia musica come un prodotto, di conseguenza Ataxofilia è nata con otto tracce inedite più un singolo. Sto lavorando già sul primo EP di genere, perché sono arrivato a conoscere e a capire il mio genere“.
Nello stesso giorno in cui è uscito Ataxofilia hai pubblicato, sul tuo canale ufficiale, il videoclip di “I can’t give my dreams”. Perché la scelta di questo brano come apripista?
“È stata una semplice scelta stilistica. È il pezzo che, insieme a ‘Le Emozioni’, si adatta meglio alle atmosfere estive“.
Quali sono stati i tempi di realizzazione per questo album?
“Di scrittura un anno e mezzo e di produzione quindici giorni“.
Quando hai avuto per la prima volta fra le mani Ataxofilia cosa hai pensato?
“Ero felicissimo per avere raggiunto un traguardo così importante e perché Ataxofilia è il modo migliore per presentare artisticamente me stesso“.
Sono già in programma delle date live?
“Stiamo definendo le date dell’Ataxofilia Tour e nei prossimi mesi potrete conoscere tutte le date sui miei canali ufficiali“.
Si ringrazia Pietro Iossa per la gentile disponibilità.