Dopo il successo internazionale, la Corea del Nord ha reso noto un comunicato che attacca il fenomeno K-pop: ecco le gravi accuse del regime di Kim Jong-un.
Anche la musica alimenta un nuovo capitolo della storica rivalità , purtroppo anche drammatica, tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Dopo l’exploit del fenomeno del K-pop, con i BTS protagonisti di recente anche ai Grammy, l’Agenzia Centrale di Stampa Coreana, organo ufficiale del regime di Kim Jong-un, ha diramato un dispaccio con chiare e gravissime accuse nei confronti delle società discografiche di Seul che curano gli interessi delle più importanti band coreane, parlando addirittura di schiavitù.
La Corea del Nord accusa la musica K-pop
All’interno del comunicato, riportato dal sito KCNA Watch, il governo di Kim attacca esplicitamente le società sudcoreane che affermando che costringono i giovani cantanti a vivere una vita miserabile, schiavi delle grandi corporazioni internazionali.
Citando esplicitamente i casi di BTS e Blackpink, i due gruppi K-pop più famosi al mondo e apprezzati anche in occidente, il comunicato nordcoreano afferma che gli artisti sono legati da contratti esclusivi con grandi aziende del settore, sottoscritti in tenera età , quando ancora non frequentavano le elementari o le medie. Contratti che portano i ragazzi a vivere completamente isolati dal mondo esterno, ad addestrarsi in modo massacrante e a dormire per circa 2 o 3 ore al giorno, in nome del profitto.
BTS e Blackpink schiavi delle multinazionali?
L’informativa prosegue affermando addirittura che il contratto tra le società e gli artisti preveda addirittura che questi ultimi debbano concedere favori sessuali a politici e uomini d’affari. Per questo motivo diversi cantanti negli ultimi anni sarebbero arrivati al suicidio, come il caso di Sulli, star della formazione f(x), trovata morta nel suo appartamento a soli 25 anni nel 2019.
Le società coinvolte ovviamente hanno subito risposto a queste accuse, ma il tema sollevato dalla Corea del Nord ha trovato comunque spazio anche da parte degli osservatori internazionali, da anni attenti a quali siano le condizioni che regolano il fenomeno del K-pop, proprio per via delle tante morti misteriose avvenute negli ultimi anni.
Di seguito How You Like That delle Blackpink: