Ozzy Osbourne, Patient Number 9: la recensione del tredicesimo album da solista del Principe delle Tenebre.
Nemmeno la pandemia può uccidere Ozzy Osbourne, nemmeno una malattia che lo ha colpito e che non vuole lasciarlo. E non parliamo del Covid. Il Principe delle Tenebre non sarà nella forma migliore, fisicamente parlando, ma dal punto di vista della freschezza della sua musica resta ancora fedele a se stesso. Un numero uno in un mondo, quello del metal, che ha visto tante leggende nascere e morire nel giro di pochi anni. Pochi sono esplosi per restare in eterno. Lui è uno di questi, e lo dimostra ancora una volta con un Patient Number 9 che non ambisce a nulla, se non a rendere omaggio alla sua carriera, quella sì, davvero immortale.
Ozzy Osbourne, Patient Number 9: la recensione
Nel mondo del rock e del metal, ma possiamo azzardare a dire della musica in generale, Ozzy Osbourne, che non è mai stato un talento straordinario musicalmente e vocalmente parlando, è stato un pioniere. Con la sua lucida follia ha ben compreso come sfruttare una personalità fuori dal comune per trasformarla nel mezzo migliore per fare business. Ed è grazie a questa sua incredibile qualità che ancora oggi, a quasi 74 anni, riesce a essere un punto di riferimento per generazioni e generazioni di metallari.
Poteva sembrare un’operazione nostalgia questo Patient Number 9, arrivato subito dopo qualche problema di salute importante, e arricchito dalla presenza di tantissime guest star di altissimo profilo. Invece, si tratta di un album concreto in cui Ozzy, pur non azzardando, dimostra di avere ancora da dire e da dare.
Lo avevamo lasciato come un Ordinary Man che di ordinario aveva ben poco. Un disco, il precedente, in cui strizzava l’occhio a mondi diversi da quello in cui è cresciuto ed è diventato un re, dal pop elegante di Elton John alle sonorità moderne di Post Malone.
Patient Number 9 se vogliamo è un passo indietro, un ritorno a ciò che più ama. Dentro si trova tutto ciò che lo ha reso il Padrino del metal e il Principe delle Tenebre: riappaiono le tematiche esoteriche, il culto dell’oscurità, ma anche quelle sonorità tetre che ci riportano, più ancora che ai suoi fasti degli anni Ottanta, a quel rock blues duro e oscuro dei primi Black Sabbath. Reminiscenze sono presenti in Degradation Rules con Tony Iommi, non il migliore dei brani del disco, ma in cui ricompare un’armonica che sembra riportare al capolavoro The Wizard, dal primo album della storica band di Birmingham, ma anche nella spolverata di blues del divertissement finale, o nello shuffle brutale suonato da Zakk Wylde.
Proprio il grande chitarrista dei Black Label Society, oggi impegnato nella reunion dei Pantera del compianto amico Dimebag, è uno dei grandi protagonisti di un album che di guitar hero ne conta moltissimi: dal già citato Iommi a Mike McCready dei Peal Jam, senza dimenticare Eric Clapton e Jeff Beck. Una varietà di stili e generi che rendono variegato anche il metal presentato da Ozzy per tutto l’album. Se abbiamo pezzi più diretti e incisivi, come la title track, non mancano canzoni più sporche (Parasite), momenti di classe (No Escape from Now) o anche omaggi a vecchi amori, come i Beatles (A Thousand Shades).
Prodotto da Andrew Watt, ormai una certezza per Ozzy, Patient Number 9 si lascia apprezzare anche per la qualità degli interpreti che hanno voluto dare il proprio contributo all’ex Black Sabbath, da Chad Smith a Robert Trujillo, da Duff McKagan al compianto Taylor Hawkins. Insomma, gli ingredienti per gli appassionati di un genere e di un mondo mai così unito e compatto non mancano. Guai a gridare al capolavoro, ma una cosa è certa: ancora una volta Ozzy è riuscito a non deludere le aspettative, e per un artista con la sua carriera alle spalle è questo il compito meno semplice e per certi versi più ambizioso.
La tracklist di Patient Number 9
1 – Patient Number 9 (feat. Jeff Beck)
2 – Immortal (feat. Mike McCready)
3 – Parasite (feat. Zakk Wylde)
4 – No Escape from Now (feat. Tony Iommi)
5 – One of Those Days (feat. Eric Clapton)
6 – A Thousand Shades (feat. Jeff Beck)
7 – Mr. Darkness (feat. Zakk Wylde)
8 – Nothing Feels Right (feat. Zakk Wylde)
9 – Evil Shuffle (feat. Zakk Wylde)
10 – Degradation Rules (feat. Tony Iommi)
11 – Dead and Gone
12 – God Only Knows (feat. Josh Homme)
13 – Darkside Blues
Voto: 8
Di seguito il video della title track di Patient Number 9: