Dissing: significato ed esempi dei beef molto utilizzati dagli artisti rap per attaccare i propri colleghi e rivali.
Tra gli amanti della musica rap il dissing è una parola, e una pratica, comune e familiare. Ma cosa significa davvero dissing? Come è nata la pratica della sfida a distanza tra rapper? Quali sono i dissing più pesanti della storia dell’hip hop in Italia e all’estero? Proviamo a scoprirne di più.
Che cos’è un dissing: il significato
La parola dissing fa parte dello slang afroamericano e deriva da disrespecting, ossia ‘mancanza di rispetto‘. Spesso sostituita da beef, termine dallo stesso significato (letteralmente sta però per ‘manzo‘), viene usata a livello internazionale per segnalare le canzoni, o i semplici versi, che vengono utilizzate dagli artisti per offendere, attaccare o prendere in giro colleghi e rivali.
Il termine diss fu utilizzato all’interno di una canzone per la prima volta da LL Cool J, uno dei pionieri del rap, enlla canzone del 1985 I Can’t Live Without My Radio, in particolare nel verso: “Some jealous knuckleheads might try to diss“. Da allora il concetto di dissing si è però evoluto, fino ad arrivare alla creazione delle cosiddette diss song o diss track, ovvero dei brani scritti appositamente per prendere in giro o offendere una persona o un gruppo di persone.
Generalmente i dissing nascono durante le rivalità tra diversi artisti o gruppi del mondo hip hop. Nella storia del rap americano non sono mancati infatti i duelli verbali a distanza tra leggende del calibro di Tupac e Notorious B.I.G., ma anche Eazy-E e Dr. Dre o Nas e Jay-Z. In effetti il dissing più famoso della storia, quello rimasto nella mente di tutti i fan del genere, è proprio quello di Hit ‘Em Up, canzone di Tupac piena d’insulti nei confronti del rivale. La loro faida, entrata nei libri di storia, è culminata con la morte di entrambi in due sparatorie distinte. Un epilogo tragico che li ha consegnati alla leggenda.
Dissing italiani: i più pesanti nel rap (e non solo)
Vere e proprie diss song sono state scritte e pubblicate anche da tanti artisti italiani, specialmente nella scena rap, ma anche da qualche artista che non ti aspetteresti. Ad esempio, Adriano Celentano, sempre avanti, ha dissato con una sola canzone l’intero mondo del rap, in particolare con il brano Il seme del rap del 1994, rivolto ai rapper in generale:
Un dissing che ebbe risposta, come spesso capita. In particolare fu J-Ax a rispondere a nome del mondo hip hop con il brano Adriano vacci piano, in feat. con Zippo. Ma di dissing interni il mondo dell’hip hop italiano ne ha avuti tantissimi alcuni pesanti, altri corti, altri rilevanti, altri meno. Qualche esempio? Di Tormento ce n’è uno dei Sottotono, rivolto a Neffa (nel suo periodo hip hop uno dei più dissati), La terra trema di Bassi Maestro (contro J-Ax), I primi della lista di J-Ax e Space One (contro Bassi Maestro).
Tra gli artisti che maggiormente hanno giocato con i dissing in Italia non si può però non citare Fabri Fibra (in questo senso una sorta di vero Eminem nostrano). Ecco una lista di sue diss song passate alla storia dell’hip hop:
– Venerdì 17 (contro Irene Lamedica)
– Faccio sul serio (contro La Pina, Flaminio Maphia, Piotta e 99 Posse)
– L’uomo nel mirino (contro Tormento)
– Idee stupide (contro Grido)
– La soluzione (contro Miss Simpatia)
– Mr. Simpatia (contro Grido)
Altri esperti di dissing nel nostro rap sono poi stati e sono ancora oggi Marracash, Vacca, Gué Pequeno, recentemente anche Salmo e, fino alla svolta pop, anche Nesli, fratello di Fabri Fibra. Insomma, pratica nata oltreoceano è stata ben recepita dai nostri artisti, tanto da dar vita ad alcune frasi e scambi di battute rimaste nella storia della nostra cultura hip hop.