Sanremo 2020, le pagelle della terza serata dedicata alle cover e ai duetti.
Sanremo scavalla la metà e si mette alle spalle anche la serata delle cover, dedicata ai festeggiamenti per i 70 anni. Un appuntamento speciale finalmente con al centro le canzoni e la musica e non lo show di contorno.
Ecco chi ci ha stupiti e chi ci ha delusi in questa terza serata.
Sanremo 2020: le pagelle della terza serata
Michele Zarrillo e Fausto Leali: 5
La scelta della canzone non è azzeccatissima. Belle voci e tanta esperienza, ma ci si aspettava di più.
Junior Cally e i Viito: 7
Una versione reggae di Vado al massimo interpretata con la giusta dose di menefreghismo e con un pizzico di vena polemica negli occhi e nella voce di Cally.
Marco Masini e Arisa: 7
Arrangiamento da 9 per un capolavoro assoluto della nostra musica. Ma confrontarsi con Antonella Ruggiero è complicato anche per un’interprete dotata come Arisa.
Riki e Ana Mena: 6
Una versione estiva di un classico d’altri tempi. Bene Ana, forse anche troppo. Per presenza e pulizia nell’interpretazione fa apparire il partner un novellino alle prime armi. Che poi in parte è anche vero…
Raphael Gualazzi e Simona Molinari: 9
Atmosfere smooth jazz che fanno sognare. Due interpreti di grande classe, voci forti e leggiadre che parlano una lingua diversa comunicando perfettamente. Cosa volere di più?
Anastasio e la Premiata Forneria Marconi: 9
L’operazione è simile a quelle già compiute a X Factor per Anastasio. Ma qui ha il supporto della PFM, e fa tutta la differenza del mondo. Da brividi.
Levante, Francesca Michielin e Maria Antonietta: 7
L’armonizzazione non è perfetta, ma le tre danno il massimo e il risultato è tutto sommato apprezzabile.
Alberto Urso e Ornella Vanoni: 7
Arrangiamento tradizionale e sobrio, Ornella ha sempre classe e le perdoniamo le incertezze e gli svarioni. A sostenere la baracca ci pensa comunque Alberto, che sarà pure un giovane vecchio ma la voce ce l’ha.
Elodie e Aeham Ahmad: 6
Parte intimissima, poi cresce col tempo e viene impreziosita da diversi ghirigori orchestrali e pianistici. Ma Elodie appare troppo emozionata e la performance ne risente.
Rancore, Dardust e La Rappresentante di Lista: 8
Luce è una canzone bellissima e questo inedito e variegato complesso non la fa per nulla sfigurare. Bravi tutti.
Pinguini Tattici Nucleari: 7
Divertentissimi, propongono un medley ricco di grandi successi che omaggia un po’ quello che è stato il meglio di Sanremo finora. Basterà a conquistare la fiducia di chi ancora li misconosce?
Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi: 8
Entra Cristicchi e l’Ariston torna a essere un teatro. Ti regalerò una rosa è poesia: difficile rovinarla, anche se ti chiami Nigiotti e non sei in serata di grazia.
Giordana Angi e il Solis String Quartet: 6
Canzone impegnativa e riarrangiata con eleganza. Giordana alterna momenti vibranti ad altri stentati, mostrandosi ancora acerba per certi standard. Ad ogni modo la ragazza ha carattere e si farà. Forse.
Le Vibrazioni e i Canova: 7
Si rockeggia con Un’emozione da poco. Due band, tanta energia, un po’ di confusione tra le due voci che non si legano benissimo tra loro. Ma il carisma c’è.
Diodato e Nina Zilli: 7
Versione moderna e variegata di 24mila baci. Coloratissimi e coreografici, Diodato e Nina ci regalono una performance brillante.
Tosca e Silvia Perez Cruz: 9
Dalla incontra il fado e la world music più raffinata si prende la scena in questo Sanremo 2020. Rimarrà uno dei punti più alti del Festival.
Rita Pavone e Amedeo Minghi: 6
Una performance d’esperienza, con il contrasto tra la vivacità di Rita e la sobrietà di Amedeo a farla da padrone. Ma non incide più del dovuto.
Achille Lauro e Annalisa: 6
Gli abbiamo detto che la tutina l’aveva già indossata David Bowie… e lui si è presentato vestito da David Bowie. Stavolta la provocazione ha quel tanto di menefreghismo geniale che meriterebbe un 8. Ma la sua interpretazione è, come di consueto, da 4 o 5. A salvare la baracca ci pensa un’Annalisa in stato di grazia.
Morgan e Bugo: 5
Morgan ‘tuttofare’ ruba la scena: canta, suona, dirige l’orchestra, sembra tarantolato e manda in confusione anche Bugo. Peccato, perché l’arrangiamento è splendido, come la canzone. Ma stavolta il già Bluvertigo ha esagerato.
Irene Grandi e Bobo Rondelli: 7
Bella canzone, bell’arrangiamento e duetto che funziona come deve, schiacciato solo dall’ora tarda concessa loro dalla scaletta.
Piero Pelù: 8
Rock cafone per un Piero che in questo Sanremo è davvero in stato di grazia. Un animale da palcoscenico che dà vita a una Cuore matto tutta energia, compresa la parentesi in video di Little Tony.
Paolo Jannacci con Francesco Mandelli: 7
Teatro e canzone per un omaggio al padre Enzo che riesce bene, strappando più di un sorriso.
Elettra Lamborghini con Myss Keta: 4
Una bella performance, se fossimo alla Corrida…
Francesco Gabbani: 6
Aveva fatto scalpore per la scimmia nel 2017. Forse invidioso dell’attenzione riservata al look di Lauro, decide di fare meglio, di osare. Simpatica l’idea dell’astronauta, ma musicalmente la sua versione de L’italiano non stupisce.
Le pagelle degli ospiti
Lewis Capaldi: 5
Bel timbro e belle canzoni. Ma su Before You Go appare molto incerto, e Someone You Loved dà l’impressione di volerla finire in fretta. Magari avrà avuto un impegno urgente…
Mika: 6
Discreta performance, apprezzabile la scelta di portare De André a Sanremo (lì dove Faber non è mai andato).
Bobby Solo: 6
Fa il suo ritorno in scena, a sorpresa, alle 2 di notte per duettare con Alketa. Avrebbe forse meritato di apparire un po’ prima.
Tiziano Ferro: 8
Cresce serata dopo serata. Stavolta è chiamato a fare il minimo sindacale, cantando due pezzi dal suo ultimo album, tra cui il nuovo singolo Amici per errore: lo fa con maestria e intensità.