Il nostro ricordo di Mia Martini: le canzoni più belle della cantante calabrese.
Nata il 20 settembre del 1947, Domenica Rita Adriana Bertè, meglio conosciuta come Mia Martini, è stata una delle migliori cantanti italiane. Ha segnato intere generazioni con la sua musica e con i suoi testi, prima di arrendersi all’invidia di chi, per frenarne l’ascesa, mise in giro la voce che la cantante portasse iella. Un’etichetta che non ti lascia scampo nel mondo della musica e dello spettacolo, che non guarda in faccia al tuo valore, che ci ha privati troppo presto di una delle voci più belle degli ultimi anni.
Le migliori canzoni di Mia Martini
Le canzoni di Mia Martini sono una collezione di grandi successi, una grande novità per il pubblico italiano che scopre un nuovo aspetto della musica leggera, una musica in grado anche di raccontare le sofferenze della vita, capace di parlare di una vita che non è solo amore. Ecco la nostra selezione delle cinque migliori canzoni della leggendaria Mia Martini.
Mia Martini, Minuetto
Minuetto è forse una delle canzoni più rappresentative di Mia Martini. Forse non è la più bella in assoluto tra quelle della cantante, ma sicuramente è una di quelle che ha lasciato un segno indelebile, un’emozione forte, un ricordo. Con ogni diritto è una delle pietre miliari della musica italiana.
Di seguito il video di Minuetto:
Mia Martini, Gli uomini non cambiano
Con Gli uomini non cambiano entriamo nella sfera privata della Martini, nel suo dolore per il difficile rapporto con il padre che ha condizionato la sua vita. Le parole sono una poesia commovente. C’è poco spazio per la speranza, ma purtroppo non sempre nella vita c’è il lieto fine, proprio come insegna la biografia di Mia.
Di seguito il video di Gli uomini non cambiano:
Mia Martini, Almeno tu nell’universo
Con Almeno tu nell’universo Mia si conquista un posto da protagonista nella scena musicale nostrana. Fantastico l’accompagnamento orchestrare che fa da tappeto a uno dei ritornelli più famosi della storia.
Di seguito il video di Almeno tu nell’universo:
Mia Martini, Piccolo uomo
L’introduzione di chitarra e l’accompagnamento riportano alla mente la tradizione della musica country americana. Anche in questo caso il ritornello è entrato nella leggenda e rimarrà per sempre impresso nelle memoria. Capolavoro.
Di seguito il video di Piccolo Uomo:
Mia Martini, La nevicata del ’56
Con La nevicata del ’56 concludiamo la nostra carrellata sulle migliori canzoni di Mia Martini. Forse è uno dei brani più sottovalutati della cantante. Come spesso accade, il brano vince il premio della Critica al Festival di Sanremo ma fatica a entrare nel cuore del pubblico. Peccato.
Di seguito il video de La nevicata del ’56
Mia Martini, la morte
La morte di Mia Martini, avvenuta il 12 maggio del 1995, ha profondamente scosso l’Italia della musica ma non solo. La cantante era da tempo alle prese con un fibroma ma aveva rifiutato di intervenire chirurgicamente per paura che la sua voce potesse subire delle ripercussioni. Già a pochi giorni dalla sua morte Mia Martini era stata ricoverata per dei dolori allo stomaco e al braccio, forse sottovalutati dal suo entourage e dallo staff medico. Fu trovata senza vita nel suo appartamento in provincia di Varese il 14 maggio.
La morte di Mia si tinse di giallo di fronte al risultato dell’autopsia che indicava l’arresto cardiaco per overdose di stupefacenti la causa della morte della cantante, una versione cui le sorelle e gli amici di Mia non hanno mai creduto. A distanza di anni Loredana Berté, sorella minore della Martini, avanzò dei sospetti sul padre nonostante l’uomo si fosse da tempo riappacificato con Mia.
Mia Martini, la ‘sfiga’ alla base della tragedia
Di sicuro alle spalle della morte di Mia Martini c’è il fatto che la cantante è stata emarginata con crudeltà dal mondo dello spettacolo. E il tutto a causa di un’assurda voce secondo cui la cantante portasse sfiga, una dinamica quasi medievale, dettata dall’ignoranza – o più probabilmente dall’invidia – che ha segnato per sempre la vita di una delle voci più belle della musica italiana. Non è chiaro chi abbia messo in giro la diceria che di fatto in pochissimo tempo divenne una verità che condannò Mia.