Sergio Cammariere critica Angelina Mango: “Non serve spogliarsi”

Sergio Cammariere critica Angelina Mango: “Non serve spogliarsi”

Sergio Cammariere ha parlato di Angelina Mango, rivelando di non apprezzare i look, a suo dire, troppo audaci della cantante.

Angelina Mango è ormai una delle cantanti più amate del panorama musicale italiano. Di lei non colpiscono solo la voce e i testi delle canzoni, ma anche l’energia che sprigiona sul palco e che spesso esprime con look molto originali. Non tutti, però, apprezzano lo stile di Angelina: in un intervista al Corriere, Sergio Cammariere ha criticato l’ultima vincitrice del Festival di Sanremo.

Sergio Cammariere: “Non serve spogliarsi per essere sexy”

Durante l’intervista per il Corriere della Sera, Cammariere ha rivelato di aver fatto il tifo per Angelina all’ultima edizione di Sanremo. “Confesso che ho fatto il tifo per lei. Ha l’energia giusta per arrivare ai ragazzi. Ha una sua strada già delineata, e fa le sue scelte“.

Poi, però, è passato a criticare la cantante per il suo modo di vestire: “Se posso dire la mia, non apprezzo il suo look, che scimmiotta Taylor Swift o Beyoncé. Non vorrei entrare nella polemica aperta da Gino Paoli; ma diciamo che non serve spogliarsi per essere sexy.

Sergio Cammariere

Dando risalto all’apparenza si rischia di perdere la funzione primordiale della musica: emozionare. E poi il tormentone dura due o tre mesi; mentre un successo come “Tutto quello che un uomo” dura da 21 anni”.

Un confronto tra passato e presente

Durante l’intervista, Cammariere ha rivelato che secondo lui la musica contemporaneo non regge il confronto con quella della sua generazione. Per il cantautore i giovani artisti, per avere successo, devono cantare d’amore perchè è un tema che “emozionerà sempre, e perciò resterà una costante nella musica di tutto il mondo“.

La sfida è trovare la formula giusta per non essere banali.” – prosegue – “Non è semplice. Quella che ascoltiamo oggi in radio, in tv, direi anche al Festival di Sanremo potrebbe essere definita con un termine che io coniai già negli anni 90: ‘a-musica‘”.

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