Unlimited Love: i Red Hot Chili Peppers ci svelano il loro concetto di amore senza confini

Unlimited Love: i Red Hot Chili Peppers ci svelano il loro concetto di amore senza confini

Red Hot Chili Peppers, Unlimited Love: la recensione del dodicesimo album della band di Anthony Kiedis.

Non li abbiamo lasciati dove si erano fermati. I Red Hot Chili Peppers di Unlimited Love sono infatti diversi, nelle intenzioni, ma anche nella formazione, da quelli dell’ultimo album, The Gateway, pubblicato ormai quasi sei anni fa. Di acqua sotto i ponti ne è passata per la band californiana, che in questo periodo ha avuto tutto il tempo di ragionare sulla strada da prendere, di pensare e ripensarsi. Con il risultato, per la verità alquanto scontato, di capire che i veri Red Hot si erano persi ormai diversi anni fa, dopo il monumentale, per dimensioni, Stadium Arcadium.

Ed è proprio a quella versione della band, che guarda questo Unlimited Love. Un passo indietro? Non proprio, ma un ritorno a ciò che maggiormente questi quattro ragazzi sanno fare: divertire, divertirsi, prendersi anche in giro, ma soprattutto suonare con quella vena funk che li ha caratterizzati dalle origini a oggi. Una fonte di ritmo ed energia che non può andare perduta, che non deve essere dimenticata.

Red Hot Chili Peppers, Unlimited Love: la recensione

Fondamentale per questo ripensamento della formula RHCP è stato, ovviamente, il reintegro della band di John Frusciante. Un chitarrista e un musicista più in generale, molto differente da Josh Klinghoffer, che lo aveva sostituito negli ultimi due dischi della band.

Anthony Kiedis e Red Hot Chili Peppers

Lo stile di Frusciante è in effetti uno stile che ha fatto scuola, in ambito rock e funk. C’è del genio in lui, e non lo scopriamo certo oggi. Ma è comunque sorprendente notare come sia bastato il suo ritorno per far riassaporare quell’essenza tipicamente peppersiana che era stata un po’ trascurata negli ultimi dieci anni di lavoro da parte del gruppo.

Certo, nel mondo della musica è buona norma non rimanere ancorati al passato, sapersi innovare e rinnovare. Ma se si è certi di fare bene una cosa, è altrettanto giusto non tradire se stessi. Magari con qualche anno di ritardo, ma anche i Red Hot lo hanno capito, e sono tornati sulla retta via.

Il risultato è un disco lungo, come da tradizione, ma anche vario, carico d’influenze, che guarda soprattutto a un certo funk rock alternativo, ma che non si allontana da sonorità radiofoniche, definibili con un po’ di superficialità pop. Ottimo poi il lavoro d’insieme. Chad, Anthony, John e Flea sembrano non essersi mai allontanati.

Si sente che sono tornati a divertirsi, e lo si può percepire da diverse canzoni, a partire da Black Summer, ma anche in Acquatic Mouth Dance, It’s Only Natural, She’s a Lover, One Way Traffic e in praticamente tutti i pezzi di una tracklist priva di veri riempitivi, priva di brani che non abbiano davvero qualcosa da dire o da dare all’inseme dell’album.

Un disco in cui si sente la mano di Rick Rubin, il grande assente (oltre a Frusciante) dell’ultima fatica discografica del gruppo, ma un produttore cui la band deve molto del loro successo, fondamentale in lavori come Blood Sugar Sex Magic, Californication e By the Way. Un disco che riuscirà a mettere d’accordo i vecchi fan, ormai un po’ attempati, ma anche chi i Peppers li ha conosciuti e incontrati più di recente. E che forse non raggiungerà i vertici delle classifiche, ma che confermerà la leggendaria classe di un gruppo che non potremo mai dimenticare.

Unlimited Love: la tracklist

1 – Black Summer
2 – Here Ever After
3 – Acquatic Mouth Dance
4 – Not the One
5 – Poster Child
6 – The Great Apes
7 – It’s Only Natural
8 – She’s a Lover
9 – These Are the Ways
10 – Whatchu Thinkin’
11 – Bastards of Light
12 – White Braids & Pillow Chair
13 – One Way Traffic
14 – Veronica
15 – Let ‘Em Cry
16 – The Heavy Wing
17 – Tangelo

Voto: 8.5

Di seguito il video di Acquatic Mouth Dance: