Levante racconta la depressione post-partum nel nuovo brano Vivo

Levante racconta la depressione post-partum nel nuovo brano Vivo

Levante, Vivo: il significato del testo della canzone della cantautrice siciliana, al suo secondo Sanremo.

C’è una cantautrice che arriva a Sanremo 2023 quasi in sordina, pronta a prendersi il suo posto ma non presa in grande considerazione dalla critica. Stiamo parlando di Levante, che pure ha già dimostrato, durante il suo primo Festival, di essere in grado di ben figurare su un palco così importante. Per questo motivo la curiosità per ascoltare la sua Vivo, dal vivo, è davvero grandissima. Scopriamo insieme il significato del testo del nuovo brano dell’artista siciliana.

Levante torna a Sanremo

Pur non essendo il Festival del suo debutto, sarà una kermesse cariche di prime volte per Levante. La meno importante di tutte? Sarà la sua prima da bionda, avendo da qualche mese cambiato completamente look e colore della chioma (oltre che delle sopracciglia). Ma sarà anche la sua prima volta senza l’amata nonna, scomparsa solo poche settimane fa. Sarà, soprattutto, la sua prima volta da madre.

Levante

Inaspettatamente, lo scorso anno Claudia è diventata madre, ha dato vita alla piccola Alma Futura, frutto dell’amore tra lei e il suo compagno, il siciliano Pietro Palumbo. Ed è proprio da questo episodio, ovviamente bellissimo e indimenticabile, che nasce la sua nuova canzone, Vivo, dedicata a un tema ancora tabù nel nostro paese: la depressione post-partum.

Il significato del testo di Vivo

Intervistata da L’Espresso, la cantautrice siciliana ha svelato i dettagli sul significato del testo di questa nuova canzone: “L’ho scritta a tre settimane dal parto, ero nel buio totale“. Parole che sorprendono, visto che la stessa artista non aveva fatto trapelare nulla della sua sofferenza, forse covata nel privato, com’è giusto che sia.

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Oggi il tema resta molto delicato, se ne parla in maniera troppo superficiale“, ha aggiunto l’artista, spiegando la delicatezza della depressione post-partum, visto ancora come tabù. Continua quindi nella sua disamina: “Non puoi essere triste perché hai vissuto una gioia, ha avuto la fortuna di dare la vita. E invece il periodo che segue il parto è molto complicato per noi donne, devi fare i conti con un corpo che non è più tuo. È diventato una casa“.

Del parto, comunque, non si pente minimamente. Tuttavia, sentiva dopo la nascita il bisogno di rimettersi a scrivere, di tornare a suonare: “Avevo bisogno di sentirmi utile per me stessa, perché amo lavorare. In quel momento mi sentivo bloccata in un ruolo speciale, quello di madre, ma non mi bastava. Le emozioni oscillavano: ero felice, ma anche triste. E non bisogna aver paura di ammettere che non è solo un periodo di gioia“.

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