Il 22 marzo 1982 gli Iron Maiden pubblicavano The Number of the Beast, il loro album più venduto: storia e curiosità di un capolavoro.
C’è un prima e un dopo The Number of the Beast per gli Iron Maiden. Ed è anche naturale e scontato, ben visibile agli occhi del fan più distratto. La band inglese pubblicò il disco più famoso il 22 marzo 1982, a poco più di un anno da Killers. E cambiò tutto, o quasi. Il primo album con alla voce Bruce Dickinson, lo storico frontman della band, dopo l’inizio tutto sommato mai dimenticato con Paul Di’Anno, è oggi il vero cardine di una carriera straordinaria per il gruppo di Steve Harris.
Con The Number of the Beast i Maiden svoltarono in tutto, nel sound, nei temi, anche nel look, per certi versi. E fecero centro. In un certo senso si può dire che gli Iron Maiden, quelli che hanno costruito una carriera di oltre 40 anni riempendo stadi, palazzetti, raccogliendo folle oceaniche nei festival più importanti al mondo, sono nati proprio con questo album. Senza rinnegare ciò che è stato, ma dando valore a un disco considerato, non senza motivo, un capolavoro nella storia dell’heavy metal.
The Number of the Beast: la storia dell’album degli Iron Maiden
Il 1981 aveva confermato il successo di un giovane gruppo inglese in grado di proporre un hard ‘n’ heavy ancora legato a certi concetti tipicamente anni Settanta, ma già di grandissimo valore. Con il loro primo album avevano spaccato la scena, con Killers avevano fatto un piccolo passo indietro, ma facendo intravedere margini per un grande futuro. A frenarli, i problemi di alcol e droga del cantante Paul Di’Anno, imprevedibile, non in senso positivo, soprattutto durante i live. Per il leader Harris e i compagni, era evidente che ci si trovava davanti a un bivio: continuare con Paul, con il rischio d’incappare in qualche guaio e in pubblicità negativa; rischiare, cambiando voce e cambiando sound. La scelta era già fatta. Che sia stato per licenziamento o per dimissioni, le strade di Paul e i Maiden si divisero.
Con chi sostituirlo? Le ricerche iniziarono in maniera non spasmodica né affrettata, fino a quando, nel pieno del 1981, Harris non venne folgorato da un’esibizione al Reading Festival di un discreto gruppo in rampa di lancio, i Samson. Il pubblico durante quel concerto venne letteralmente trascinato da un piccolo folletto potente che zompettava da un lato all’altro del palco. Si chiamava Bruce Dickinson, soprannominato Air Raid Siren. Poche settimane dopo, Harriso lo avvicinò e trovarono un accordo. Sarebbe stato lui l’erede di Di’Anno.
Con Bruce cambiarono totalmente le prospettive della band, che decise di azzardare con suoni più compressi ed epici, virando definitivamente sul nascente heavy metal. In pochi mesi registrarono The Number, anticipato dal singolo Run to the Hills. Il cambio di passo fu evidente, complici le capacità vocali notevoli di Dickinson. Il risultato? Un disco diventato marchio indelebile nella storia, e non solo della band.
The Number of the Beast: canzoni e curiosità
Il successo di The Number of the Beast, terzo album dei Maiden, sta tutto nei numeri. Fu il primo disco della band a raggiungere il primo posto della classifica britannica, non proprio una classifica di poco conto (in Italia si fermò al decimo posto, negli Stati Uniti al 33esimo). In totale, ha venduto oltre 14 milioni di copie, diventando il più grande successo commerciale della band ancora oggi.
Di seguito la storica tracklist ufficiale:
1 – Invaders
2 – Children of the Damned
3 – The Prisoner
4 – 22 Acacia Avenue
5 – The Number of the Beast
6 – Run to the Hills
7 – Gangland
8 – Hallowed By Thy Name